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Matteo investito e ucciso dall’auto del papà: “È successo così…”

Pubblicato: 18/04/2024 15:45

Una tragedia quella avvenuta a Dosson, frazione del comune di Casier, in provincia di Treviso, che è costata la vita al piccolo Matteo, un bimbo di un anno e mezzo. Un dramma ancora più devastante perché il responsabile è il suo papà. Vediamo insieme cos’è successo.
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La tragedia nel giardino di casa

Olaf Vidali, 45 anni, stava facendo retromarcia nel giardino di casa. Dietro di lui, il figlioletto Matteo, ancora troppo basso per essere visto dallo specchietto retrovisore dell’auto. Quindi l’urto improvviso e involontario e la corsa disperata in ospedale. Il tragico episodio si è verificato domenica scorsa, quando il piccolo è stato ricoverato nel nosocomio Ca’ Foncello di Treviso ma, dopo due giorni di ricovero in terapia intensiva, i medici non hanno potuto far altro che constatare il decesso a causa delle gravissime lesioni cerebrali riportate nell’incidente.

Le indagini e il cordoglio

Le forze dell’ordine stanno portando avanti tutti gli accertamenti del caso, valutando la posizione del padre, dipendente di Alternativa Ambiente; mentre la famiglia, comprensibilmente sotto shock, è in attesa del via libera dell’autorità giudiziaria, per poter celebrare il funerale del piccolo Matteo. La piccola comunità di Dosson si è stretta nel dolore della famiglia Vidali, testimoniando affetto e vicinanza.  

Le parole del nonno e del papà

“Appena mi sono accorto di quello che è successo l’ho preso in braccio e l’ho caricato in macchina e siamo corsi al pronto soccorso. Non ho pensato a nulla, neanche a chiamare i soccorsi. Dovevo far presto, dovevo salvare la vita del mio bambino. Lo abbiamo preso così com’era senza domandarci se era la cosa giusta. Non si tratta di sangue freddo, era l’unica cosa che sono riuscito a fare. Non pensavo a nulla”, ha raccontato il papà del bimbo a ‘la Tribuna di Treviso’.

Il nonno di Matteo, Gabriele Vidali, è sconvolto da questa tragedia: “Lo ricordo ancora davanti agli occhi e spero che ora sia veramente in paradiso. Un angelo, era proprio un angelo. Stava giocando in cortile, correva dietro al pallone che era andato sotto alla macchina e ha cercato di prenderlo. Quando succedono queste cose passano tantissimi pensieri per la testa. Vivremo per la sorellina ora, sarà lei il punto focale. Le maestre e gli psicologi le stanno dando una grossa mano, è una tragedia grande”, ha detto al Gazzettino.