Vai al contenuto

Esplodono casi di pertosse nei neonati in Trentino. Gli esperti: “Conseguenza del calo dei vaccini”

Pubblicato: 19/04/2024 16:18

Dopo aver flagellato il Nord Europa la pertosse dei neonati fa registrare un boom di casi anche in Italia, a cominciare dal Trentino. La responsabile del Dipartimento igiene e prevenzione dell’Azienda sanitaria provinciale, Maria Grazia Zuccali, ha avvisato della presenza di 14 neonati contagiati presenti nella struttura sanitaria.
Leggi anche: Sara va dal dentista per una carie e si ritrova con un ago conficcato nel cervello: salvata con un’operazione

Per alcuni di loro è stato necessario lo spostamento nel reparto di Pediatria dell’Ospedale di Trento.  “Neonati con sintomi importanti di tosse, accessi di tosse a cui poi abbiamo fatto le indagini, abbiamo scoperto che erano affetti da pertosse. Per 2 di loro – spiega il primario, Massimo Soffiati – è stata necessaria la terapia sub-intensiva neonatale. Abbiamo dovuto sottoporli a una ventilazione non invasiva, però un supporto importante affinché superassero questa fase di problematiche respiratorie”.

“Incremento anomalo dei casi”

L’incremento dei casi è stato definito anomalo rispetto agli ultimi anni ed è provocato da un aumento esponenziale nella circolazione del batterio. Secondo gli esperti, a incidere è soprattutto la minore copertura vaccinale nei bambini di 5 anni e nei ragazzi di 14. Questa è scesa in Trentino sotto il 90%, contro una protezione del 96% nei bimbi con 24 mesi di vita. La copertura vaccinale decade drasticamente nel tempo e ciò favorisce la circolazione del batterio, che si diffonde attraverso goccioline di saliva emesse in starnuti.

Malattia pericolosa nei neonati

Se nei bimbi grandi e negli adolescenti il decorso della malattia è tranquillo, non sempre è così nei neonati. “Anche perché la copertura vaccinale delle donne in gravidanza è ormai bassa – nota ancora Zuccali – Circa il 50% delle signore che hanno partorito l’anno scorso si sono vaccinate per la pertosse. Un rischio, perché i neonati sono scoperti contro il batterio dalla nascita fino a circa 4-5 mesi, cioè dopo aver ricevuto 2 delle 3 dosi previste nel primo anno di vita. Infatti, se io guardo questi casi di neonati ricoverati, erano tutti figli di mamme che non avevano fatto il richiamo in gravidanza”.