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Cospito, la Cassazione conferma la condanna a 23 anni: Ad Anna Beniamino 17 anni

Pubblicato: 24/04/2024 23:21
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La Corte di Cassazione ha emesso il suo verdetto finale sulle condanne degli anarchici Alfredo Cospito e Anna Beniamino, ritenuti responsabili dell’attentato alla ex caserma allievi carabinieri di Fossano avvenuto nel 2006. Alfredo Cospito è stato condannato a 23 anni di reclusione, mentre Anna Beniamino ha ricevuto una pena di 17 anni e 9 mesi.

Le sentenze sono arrivate dopo un lungo processo e numerosi gradi di giudizio, culminati con il rigetto dei ricorsi presentati sia dalla Procura Generale di Torino che dalle difese degli imputati, guidate dagli avvocati Flavio Rossi Albertini e Caterina Calia. La decisione della Cassazione segue la linea suggerita dal procuratore generale della Corte d’Appello di Torino, che durante la requisitoria ha sottolineato la “particolare tenuità” del danno effettivamente realizzato, pur ritenendo corrette le sentenze precedenti.

Cospito ancora al 41bis: il dibattito sulle misure restrittive

Alfredo Cospito, che attualmente si trova detenuto in regime di alta sicurezza 41 bis nel carcere di Sassari, è una figura nota nell’ambito dell’anarchismo italiano. La sua detenzione sotto il severo regime carcerario è stata oggetto di dibattiti e proteste, in Italia e all’estero, riguardanti la severità delle misure restrittive applicate ai prigionieri politici.

L’attentato del 2006, di cui sono stati ritenuti colpevoli, non ha causato vittime, ma è stato uno dei vari episodi attribuiti a gruppi anarchici che hanno agitato l’Italia negli ultimi decenni. Questi atti sono stati interpretati come tentativi estremi di critica e opposizione alle istituzioni dello stato, in particolare alle forze dell’ordine.

La conferma delle condanne chiude un capitolo lungo e controverso della giustizia italiana, segnando un altro momento significativo nella lunga storia di confronto tra lo stato e i gruppi anarchici. Tuttavia, si prevede che il dibattito sul trattamento dei detenuti politici e sulle politiche di sicurezza adottate dallo stato italiano continuerà ad essere un tema di discussione acceso e divisivo.