Vai al contenuto

Bob, il robot cameriere che lavora 12 ore al giorno. L’ultima frontiera della disumanizzazione: è instancabile e “guadagna” una miseria. Ecco quanto (VIDEO)

Pubblicato: 26/04/2024 13:49

Il “caso” è scoppiato quando un ristorante di Sorrento ha annunciato di aver affidato il servizio in sala ai suoi clienti, anziché al personale in carne e ossa, a un particolare tipo di robot. Creato e implementato dal 33enne Leonardo Fontana, il “robot cameriere” è il risultato di 5 anni di studi e di miglioramenti tecnologici. Bob viaggia fra i tavoli in totale autonomia grazie a un complesso sistema di sensori e stabilizzatori. Può portare 4 vassoi per volta per un peso massimo complessivo di 40 chilogrammi. E, soprattutto, non si stanca, non si lamenta e “guadagna” 350 Euro al mese. Fontana afferma che questo tipo di servizio serve ad aiutare il personale in sala e non a sostituirlo. Sarà. Noi, dietro a questa notizia, vediamo un grande pericolo: quale essere umano potrà infatti essere “competitivo” in un confronto con le macchine? E se un imprenditore della ristorazione avrà la possibilità di avere del personale, sia pure non umano, a un costo così irrisorio, quali saranno le offerte economiche per i camerieri in carne e ossa? (continua dopo il video)

“L’idea di introdurre i robot”, ha spiegato Leonardo Fontana in un’intervista a Repubblica, “è frutto di un’esperienza diretta. Io stesso sono ristoratore (gestisce due bar e un ristorante, ndr). Dopo un viaggio in Cina mi sono appassionato alla robotica e ho importato i primi modelli nei miei locali per far fronte all’organizzazione del servizio. La successiva collaborazione con OrionStar ci ha permesso di potenziare il servizio e di estenderlo a tutta Italia. Grazie al nostro software, per il professionista diventa facile gestire un asset così in autonomia”. E infatti sono già 250 i modelli attivati in tutta Italia. Secondo il suo inventore, “Bob” non va a sostituire il personale, ma “permette al cameriere di sgravarsi di alcuni compiti per concentrarsi maggiormente sull’interazione con il cliente e sulle attività di up-selling, suggerendo altri prodotti o combinazioni di menu”. (continua dopo la foto)

Secondo questa visione, il cameriere umano del futuro diventerebbe più un lavoratore di pubbliche relazioni. Ma ci pare una visione un tantino ottimistica. Perché se andiamo a guardare ai soldi, che alla fine sono il tema che fa girare tutto, chi spenderebbe uno stipendio pieno per un cameriere se una macchina può fare le stesse cose, senza avere i problemi e le “limitazioni” di un essere umano in termini di tempo e di efficiacia? “A Dubai, in Giappone e in Cina“, spiega ancora Fontana, “l’utilizzo dei robot è già molto avanzato. Per noi occidentali potrebbero essere un grande aiuto. Con un’altra start up stiamo pensando a come automatizzare alcuni processi ripetitivi in cucina, con la possibilità di incidere sul food cost grazie alla razionalizzazione delle operazioni”. (continua dopo la foto)

“Negli Usa”, aggiunge poi Fontana – a nostro parere cadendo in una contraddizione non da poco, “Nala Robotics ha già lanciato il primo locale con la cucina completamente robotizzata. Il cuoco rimarrà sempre centrale, così come il cameriere, ma le mansioni cambiano”. Sì, ma la cucina completamente robotizzata? Sia come sia, c’è anche un altro aspetto legato alla privacy. Perché c’è la possibilità di trasformare il monitor frontale di Bob in uno schermo per lanciare campagne di marketing. Mentre ordinazioni, richieste di informazioni e la guida del cliente al tavolo o in bagno avverranno attraverso un microfono attraverso il quale il robot ascolta i clienti e parla con loro. Ufficialmente, con la garanzia della privacy e della non archiviazione dei dati. Permetteteci di avere qualche dubbio sulle possibili conseguenze e sugli usi impropri di questa tecnologia. Gli esempi già esistenti non mancano. In ogni caso, Bob lavora per 12 ore filate per un costo di circa 350 Euro di canone mensili. Ma a Bob va bene così, perché non ha una famiglia da mantenere.