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Simboli record per le Europee: così la scheda diventa un lenzuolo

Pubblicato: 27/04/2024 17:18

Una scheda lenzuolo con 42 simboli da portare nella cabina elettorale. Avete letto bene: sono 42 le liste e i partiti italiani, ognuno con il proprio logo, che hanno annunciato la loro partecipazione al voto per le Europee dell’8 e 9 giugno prossimi. Ma non è detto che saranno tutti e 42 effettivamente presenti, con propri candidati.

Alla scadenza del termine per la presentazione dei simboli – di una formazione o di una coalizione – si è conclusa la corsa al posto sulla scheda, ma adesso arriva la seconda data, quella cruciale. Si tratta della presentazione dei rispettivi candidati, per i quali c’è tempo fino al 1° maggio. Per partecipare alle elezioni europee, inoltre, è necessario avere dei rappresentanti già eletti al Parlamento nazionale o a quello europeo. E chi non ce l’ha? Deve raccogliere almeno 150 mila firme (sono 30 mila per ognuna delle 5 circoscrizioni elettorali italiane). Un obiettivo complesso e complicato dal fatto che, da noi, non è ammessa la firma digitale per sottoscrivere le liste. Ci si deve quindi presentare fisicamente nei municipi per apporre la propria firma a sostegno di una nuova lista.

Ma quali sono i simboli ufficialmente depositati al ministero dell’Interno e perché sono così tanti? Ovviamente figurano tutti i partiti più noti, a iniziare da quelli già in Parlamento e che non devono raccogliere firme. Ecco dunque il Partito democratico (senza il nome della segretaria Elly Schlein), il Movimento 5 Stelle (con la parola “pace” nel simbolo), l’Alleanza Verdi-Sinistra che andrà al voto senza Possibile, partito fondato da Pippo Civati. Sono nell’elenco Forza Italia, che ha unito Noi moderati anche nel simbolo; la Lega con il nome di Salvini; Fratelli d’Italia che lascia in evidenza la fiamma tricolore, riferimento al simbolo dell’ex partito Msi.

Compaiono poi altri simboli noti da anni alcuni e altri con radici addirittura nella Prima Repubblica, “mentre non mancano i simboli nuovi ma per partiti vecchi. Diversi sono decisamente strani e hanno già dato grande gioia agli utenti dei social network, dove sono già stati pubblicati e commentati”, ha sottolineato Kevin Carboni su Wired.it. Nella corsa al simbolo, tra i primi depositati figura quello di Stati Uniti d’Europa, lista che riunisce +Europa di Emma Bonino e Italia viva di Matteo Renzi con il Partito socialista italiano e il gruppo europeista di Volt. Non c’è Azione di Carlo Calenda, che corre col nome della formazione europea Renew Europe e i loghi di 8 liste in coalizione.

Un record assoluto dei simboli lo detiene la galassia Libertà di Cateno De Luca, attuale sindaco di Taormina, che nel mutlicolore simbolo della lista fa entrare ben 19 gruppi, da Sicilia vera a Grande Nord mettendo insieme Capitano Ultimo, Noi agricoltori, Partito dei pensionati, Il vero Nord ecc. Nell’elenco figurano poi Referendum e democrazia, lista per Marco Cappato dell’Associazione Luca Coscioni e attivista per i diritti umani; l’Unione di centro (partito di Pierferdinando Casini); la lista Pace terra dignità di Michele Santoro (è gia stato parlamentare europeo); il Movimento indipendenza, di area nazionalista fondato dall’ex sindaco di Roma, Gianni Alemanno; e Base popolare, il partito cristiano democratico di centro.

Uno sguardo al resto del lungo elenco. Tra i più antichi simboli depositati compareItalia reale, partito fondato nel 1972 per riportare la monarchia in Italia. Mentre il Partito Animalista ha deciso di allearsi con Italexit. Tra gli altri compaiono il partito monarchico-religioso Sacro romano impero cattolico; Insieme liberi; il Partito comunista italianoAlternativa popolare, lista del sindaco di Terni Stefano Bandecchi; Pirati, la sezione italiana del Partito Pirata Europeo che ha già tre europarlamentari in Repubblica Ceca e uno in Germania; si presenta diviso dal Partito Pirata Italiano. Si aggiungono poi Pensioni e lavoro, risveglio europeo; Democrazia sovrana popolare spinta da Marco Rizzo, ex segretario dell’attuale Partito comunista; il Movimento poeti d’azione; la formazione neofascista Forza Nuova.

In ambito regionale si presentano liste come il Rassemblement Valdôtain – Partito della Val d’Aosta; la lista Orgueil valdôtain – Federalismo e autonomie; la Südtiroler Volkspartei, partito popolare sudtirolese, autonomista e fondato a Bolzano.

Di fronte alla corsa a partecipare per un posto in Europa non balza agli occhi lo spirito olimpico decoubertiano, piuttosto nasce (spontanea?) la curiosità su quale sia lo stipendio versato ai rappresentanti della propria nazione al massimo consesso continentale. La retribuzione generalmente è la stessa per gli eurodeputati di tutti i Paesi, e cioè poco meno di 9.400 euro lordi (netto, circa 7.300). Ma quel che fa lievitare le risorse destinate ai parlamentari europei sono soprattutto le indennità previste. Intanto il rimborso delle spese di viaggio, per recarsi a Bruxelles o a Strasburgo, che può arrivare fino a 4.700 euro l’anno. Poi c’è il classico gettone per le spese previste per ogni giorno di presenza a Bruxelles o Strasburgo – per attività ufficiali – di 338 euro; mentre i costi dell’ufficio – affitto, computer, telefoni e forniture varie – arrivano a stanziare quasi 4.800 euro. Infine la fetta maggiore, anche se questa non finisce nella voce di retribuzione degli europarlamentari: circa 27mila euro al mese per assumere gli assistenti personali.