Vai al contenuto

“AIDS dopo il lifting”, allarme sul trattamento estetico. Cos’è il “Lifting del vampiro” e come si esegue

Pubblicato: 28/04/2024 15:04

Non è solo una pratica di lifting facciale e non utilizza il botox o botulino, ma è qualcosa di decisamente più estremo, come è facile intuire dallo stesso nome di vampire facial o “Lifting del vampiro”, come è conosciuto il marchio registrato da Charles Runels, un chirurgo estetico dell’Alabama negli Stati Uniti. Ebbene, proprio negli USA, cinque persone (quattro donne e un uomo) hanno contratto l’HIV – notoriamente responsabile della sindrome da immunodeficienza acquisita, ovvero AIDS – dopo essersi sottoposte al lifting. Tale trattamento, tecnicamente, avviene così: dapprima si preleva il sangue del paziente, per poi separare il plasma che ha le piastrine così da reiniettarlo nel viso, non prima di aver attivato il plasma con materiali quali il cloruro di calcio. Il PRP, ovvero il plasma ricco di piastrine, può essere utilizzato ovunque sul corpo per cambiare la consistenza e il tono della pelle, ridurre e rughe e dunque ringiovanire il viso. I costi sono di circa 950-1.400 dollari (680-1.100 euro) per ogni visita. In teoria è un trattamento “mini-invasivo”, nella realtà è un intervento delicatissimo; una procedura estetica che può avvenire solo dietro autorizzazione medica. (Continua a leggere dopo la foto)

I Vip, o presunti tali

Il nome del trattamento è legato anche all’aspetto “sanguinolento” – chiaramente solo temporaneo – che si ottiene durante la procedura, con la comparsa di estese macchie rosse sul viso, e spopola soprattutto per la promozione attraverso i social network da parte di Vip o presunti tali: a lanciare la moda è stata, già diversi anni fa, Kim Kardashian, famosa per essere famosa. I cinque casi di positività al virus dell’HIV sono stati riscontrati tra quattro clienti (e il compagno di una di esse) di un centro estetico ad Albuquerque, nel Nuovo Messico, a seguito di un’indagine condotta dal Dipartimento della Salute del New Mexico (NMDOH) in collaborazione con i Centers for Disease Control and Prevention (CDC) degli Stati Uniti. Al di là del fatto che il centro estetico in questione non disponesse delle necessarie autorizzazioni mediche per ottemperare a tali interventi, dalle indagini sono altresì emerse numerose infrazioni delle più basilari norme di sicurezza: provette con sangue prive di etichetta e conservate nel frigorifero assieme al cibo; siringhe utilizzate riposte in cassetti e sul bancone; e assenza di un necessario sistema di sterilizzazione al vapore. Mancanze assai gravi, che hanno portato alla chiusura del centro e all’arresto della proprietaria, ma intanto cinque persone, come detto, sono risultate infette dal virus. E tutte dopo il trattamento nel centro estetico di Albuquerque. “L’analisi della sequenza nucleotidica ha rivelato ceppi di HIV altamente simili tra tutti i casi”, hanno spiegato i CDC in un rapporto. (Continua a leggere dopo la foto)

Rischi enormi

Ora, gli utenti sono incoraggiati dagli stessi CDC a verificare le credenziali e le licenze dei centri estetici, oltre a richiedere informazioni dettagliate sulle procedure di sterilizzazione e sicurezza adottate, prima di sottoporsi a trattamenti che implicano manipolazione del sangue. Il centro di Albuquerque non aveva nemmeno un registro completo dei clienti, per questo ci sono voluti diversi anni per contattarne almeno una parte, all’incirca duecento, dei clienti: dal 2018, dopo il primo caso di HIV in una paziente che non faceva uso di droghe, non aveva subito trasfusioni né avuto rapporti sessuali non protetti e fuori dal matrimonio, si legge sul sito Controcopertina. Sicché se ne dedusse che nella clinica di Albuquerque ci fosse qualcosa di anomalo, riscontrando dunque, solo tra il 2018 e il 2023, anche altri quattro casi. Prima di questa storia non erano noti casi di HIV legati a iniezioni di sangue per una procedura estetica, pertanto si tratta di un precedente piuttosto importante. (Continua a leggere dopo la foto)

I dettagli del documento

I dettagli del documento intitolato Investigation of Presumptive HIV Transmission Associated with Receipt of Platelet-Rich Plasma Microneedling Facials at a Spa Among Former Spa Clients — New Mexico, 2018–2023 sono stati pubblicati nel Morbidity and Mortality Weekly Report (MMWR). Al di là di eventuali e ovvie considerazioni di stampo quasi sociologico sul valore effimero dell’apparenza e sulla innaturalezza dei canoni estetici e dei modelli propagandati dai media, la vicenda appare emblematica. La trasmissione dell’HIV attraverso iniezioni non sterili è un rischio noto, ma questo incidente mette in luce la necessità di maggiore vigilanza e regolamentazione nei trattamenti cosmetici che implicano l’uso di sangue.

Potrebbe interessarti anche: La Russia si prende l’azienda italiana. Scoppia il caso Ariston. Cosa succede a Mosca: l’ira di Putin