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Segregato e maltrattato dai genitori e dalla zia: Matteo sì uccide a 16 anni

Pubblicato: 30/04/2024 09:27

Ferite indelebili in un animo troppo sensibile. Matteo si è tolto la vita a 16 anni dopo anni e anni di maltrattamenti da parte dei genitori e della zia. È proprio a casa di quest’ultima l’adolescente si è ucciso. “La zia buona”, la chiamava Matteo, a cui era stato affidato dopo la revoca della potestà genitoriale e la condanna dei genitori e di una parente. Il corpo del 16enne è stato ritrovato proprio dalla zia. 
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Matteo segregato e maltrattato

Matteo aveva 11 anni, nel giugno 2019, quando venne segregato nella sua cameretta dai genitori e chiese aiuto ai carabinieri con un cellulare senza sim. Ai militari che lo liberarono raccontò che la mamma e il papà lo rinchiudevano per punizione. Dalle indagini emerse che il ragazzino subiva maltrattamenti: veniva punito, segregato al buio nella sua stanza per ore, senza letto e con un secchio per fare i bisogni, e picchiato con un tubo di plastica. Mangiava solo pane e pasta in bianco ed era costretto a fare anche 12 docce gelate d’inverno. 

La condanna dei genitori e della “zia buona”

Zia e genitori, ora in carcere, avevano ammesso le proprie responsabilità sostenendo la tesi che le punizioni nella casa degli orrori fossero necessarie per la corretta educazione del bambino. Nel 2022, scrive La Nuova Sardegna, il tribunale li aveva condannati a otto anni di reclusione (con rito abbreviato), ritenendoli responsabili tutti e tre nella stessa misura di quelle violenze. Condanna confermata in appello e diventata definitiva col pronunciamento della Cassazione.

I funerali di Matteo

I funerali si sono celebrati lunedì 29 aprile alle 16 nella chiesa di San Pantaleo. La salma è stata tumulata nel cimitero di San Giovanni.