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Adeguamento di caldaie e infissi, ecco il calendario dei lavori che l’Europa ci impone (ed è solo l’inizio)

Pubblicato: 02/05/2024 20:18

La Direttiva dell’Unione europea sulle case “green”, la famigerata Direttiva sull’efficientamento energetico degli immobili, costringerà il cittadino proprietario di un immobile a intervenire con lavori di ristrutturazione assai costosi. Dobbiamo fare i conti – letteralmente – con le ricadute economiche della misura nota come EPB (Energy Performance of Buildings Directive), che ha la finalità, peraltro sin troppo ambiziosa, di rendere entro il 2050 tutte le abitazioni europee a emissioni zero. Le nuove regole prevedono, pertanto, una riduzione media del consumo di energia delle case del 16% entro il 2030 e del 20-22% entro il 2035.Secondo il portale Ilovetrading, oltre il 70% dei 12 milioni di edifici totali del nostro Paese non è a norma. Sono circa 8 milioni (2 su 3) gli immobili che necessiterebbero delle ristrutturazioni. Le prime simulazioni effettuate dal Codacons ci parlano di circa 108 miliardi di euro totali per le ristrutturazioni degli edifici privati. Se partiamo dal presupposto che all’incirca l’87% degli immobili italiani è di classe energetica “D“, le spese interesseranno una amplissima platea. Ma tant’è, Ce lo chiede l’Europa. (Continua a leggere dopo la foto)

I primi interventi necessari

Caldaie, infissi, impianti fotovoltaici e cappotto termico: sono questi i primi lavori da fare per centrare gli obiettivi europei, ora che il testo è stato definitivamente approvato. Gli interventi da effettuare saranno, grossomodo, gli stessi del Superbonus. Ad esempio, per ridurre il consumo di gas è necessario l’acquisto di pompe di calore di nuova generazione, con sonda geotermica o senza. Risulta quasi pleonastico ricordare che un edificio non a norma vedrebbe il proprio valore quasi dimezzato: per la Codacons si potrebbe arrivare ad una svalutazione fino al 40%. Il problema è che, su circa 12 milioni di edifici residenziali presenti in Italia, quelli nelle peggiori classi energetiche, ovvero F e G, sono più della metà. I lavori di ristrutturazione in case ed edifici potrebbero arrivare a costare dai 20mila sino anche a 60mila euro. Secondo Unimpresa, il conto totale per l’Italia può arrivare anche a 270 miliardi. Di questi, mentre scriviamo, solo 30 o 40 sono recuperabili tra i fondi del Pnrr e i nuovi fondi Ue. Vediamo, ora, gli altri interventi che abbiamo anticipato, e quanto ci costeranno: il Corriere della sera propone, dunque, delle prime simulazioni. Parliamo di cifre cospicue: per isolare con una copertura orizzontale, (il “cappotto termico”) la spesa media può arrivare a 300 euro al metro quadrato, mentre serramenti e infissi comportano una spesa di 780 euro a metro quadrato nelle aree climatiche più calde; in quelle con le temperature più rigide si arriva anche a 900 euro al metro quadrato.  (Continua a leggere dopo la foto)

Quanto dovremo spendere

Assai più dispendioso dotarsi di un impianto fotovoltaico: il costo medio è di 2.400 euro per ogni kilowatt di potenza installata. Altresì risulta paradossale il fatto che i pannelli fotovoltaici siano prodotti in Cina con centrali a carbone, e dopo dieci-quindici anni di funzionamento si devono buttare via, non sapendo neppure come stoccarli: il silicio che compone i pannelli è fortemente nocivo per l’ambiente. Circa le caldaie a gas, di cui abbiamo già scritto, i Paesi avranno tempo fino al 2040 per dire addio alle caldaie a combustibili fossili, mentre dal 2025 saranno aboliti tutti i sussidi per le caldaie autonome a combustibili fossili. Circa, invece, i pannelli fotovoltaici, l’obbligo di installarli riguarderà i nuovi edifici pubblici e sarà progressivo, dal 2026 al 2030. Persino la sostituzione degli infissi potrebbe avere un impatto fino al 20% sulla spesa per il riscaldamento. Tutti i nuovi edifici, inoltre, dovranno essere a emissioni zero a partire dal 2030. Per quelli di proprietà pubblica, invece, la scadenza è fissata al 2028.

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Ultimo Aggiornamento: 02/05/2024 20:20

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