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La vocina del padrone: la Rai si scopre figlia di un Dio minore

Pubblicato: 06/05/2024 15:50
Sciopero Rai

Troverete i cosiddetti giornaloni, quelli con un certo imprinting, pieni, in questo tempo di guerra vera, di titoli tipo Attacco alla Rai. Non è una saga con John ma dello stupore che il sindacato di lotta e consorteria, l’Usigrai della televisione di Stato, ha provato alla reazione dell’altra fazione in campo, i vertici Rai. Il nuovo corso ha fatto nascere in pochi mesi un sindacato concorrente, l’Unirai, che a detta del neosegretario Palese dichiara – non ce ne eravamo accorti – che c’è un nuovo clima nel Paese e che la Rai è stata governata, fino ad oggi, da una precisa parte politica. Non è la prima volta che la sinistra non governa il Paese, ma prima c’era Berlusconi, che essendo il maggiore ed unico concorrente, trattava la Rai con maggiore prudenza. La Meloni non ha un tycoon sodale, Marina Berlusconi non è certamente nelle sue mani e gli resta la Rai, da sempre, da quando è scomparsa la DC, in mano alla sinistra. Gli uomini Rai oggi scoprono di essere all’improvviso figli di un Dio minore, che finora li aveva protetti e promossi più per sentire comune che per merito.

Quello che semmai fa sorridere è la crescita improvvisa di sentire di destra di questi nuovi adepti, in molti con funzioni direttive. Quelle funzioni chi gliele aveva date precedentemente? Lo zio Benito non c’è più da tempo. Ma la Rai è da sempre la banderuola Italiana pronta a garrire con i potenti di turno, campione del mondo del salto sul carro vincente, e del distinguo quando questo è perdente. E questo fa capire lo stato dell’informazione italiana al di là delle classifiche che preoccupano gli osservatori stranieri. L’informazione in Italia non è mai stata libera, ma arruolata in un paese in cui ognuno, quasi nessuno escluso, tiene famiglia. Paradossalmente ai tempi della Prima Repubblica, e soprattutto dopo il compromesso storico, la Rai era plurale, spartita ma plurale. Ieri tutti erano nazareni: oggi dove vai, se un Colle Oppio non ce l’hai?