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Commissione d’inchiesta Mirella Gregori e Emanuela Orlandi, convocati i familiari: cosa aspettarsi

Pubblicato: 08/05/2024 17:51

La commissione bicamerale d’inchiesta sui casi di scomparsa di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori entra nel vivo. Attese per domani, giovedì 9 maggio 2024, le audizioni dei familiari delle due ragazze, a partire da Maria Antonietta Gregori e Pietro Orlandi.

A 41 anni dai fatti, il cold case più inquietante e indecifrabile della storia d’Italia, la scomparsa di una ragazzina di 15 anni fuori dalla scuola di musica e di una coetanea uscita da casa dicendo che sarebbe tornata entro dieci minuti, tornano alla ribalta. Un compito difficilissimo quello di scoprire finalmente la verità  su questi due casi che gettano una pesante ombra sulla Capitale. Compito che spetta alla commissione parlamentare d’inchiesta, organismo composto da 20 deputati e 20 senatori che avrà pieni poteri inquirenti.
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Le parole dell’avvocato della famiglia Orlandi

“Il ruolo dei familiari è assolutamente determinante, soprattutto nella ricostruzione delle prime ore dopo la scomparsa – ha spiegato a Fanpage.it l’avvocata della famiglia Orlandi, Laura Sgrò – Sono stati loro gli unici a cercare Emanuela nelle prime giornate. Quindi ricostruire in modo attento i passaggi nel primo periodo, ore e giorni, quando era ancora soltanto la sua famiglia a cercare Emanuela, non può che essere un contributo decisivo”.

“Credo che quella di domani sia soltanto una prima audizione dei familiari – continua l’avvocata – Sono stati convocati tutti. Penso sia un’introduzione di natura interlocutoria, per iniziare a capire. Ma non credo che il loro contributo possa esauristi soltanto con una giornata di audizioni”.

“Oltre a rilasciare la nostra testimonianza – specifica l’avvocata Sgrò, che sarà chiamata in audizione a sua volta, in un secondo momento – Metteremo a disposizione della commissione tutto ciò che è in nostro possesso. Anche quanto già affidato alla Procura di Roma e al Vaticano (che hanno riaperto le indagini sulla scomparsa di Emanuela lo scorso anno, ndr). Lo faremo per uno spirito di trasparenza. Non ha senso presentare dei documenti a qualcuno e ad altri no. Anche perché nel caso in cui dovesse esserci collaborazione fra le parti, è bene che tutti abbiano a disposizione lo stesso materiale. Per questo tutto ciò che è stato messo nelle mani della procura e del Vaticano sarà messo anche all’attenzione della commissione”.

ossa nunziatura

“È stato un percorso lungo e accidentato, ma siamo certi che sia utile il contributo di tutti. Anche di chi ha avuto qualche dubbio all’inizio. Ben venga la pluralità di intenti e di opinioni. Lo scopo è arrivare alla verità. E per arrivare alla verità è giusto che siano sentite tutte le voci, anche quelle discordi – continua la legale – Purché siano motivate. Anche le critiche sono utili se rivolte in maniera costruttiva e non distruttiva, la critica fine a se stessa non serve. Questo deve essere lo spirito della commissione. Spero che domani sia un primo riscontro proficuo e che ce ne siano anche altri. L’augurio è che si arrivi alla verità. Può scoprirla la Procura, può scoprirla la commissione, può farlo chiunque. L’importante è riuscire a raggiungere la verità, in un modo o nell’altro”, ha ribadito l’avvocata Sgrò.

“Questa famiglia, dopo 41 anni dalla scomparsa e tutto quello che ha patito, ha diritto alla verità. E con lei gli italiani e le istituzioni. Non possiamo permetterci di non raggiungere neppure un’informazione, un dato in più sul caso. Ci sono tre inchieste aperte: ci aspettiamo almeno di fare un passo avanti”, spiega, facendo riferimento alle due inchieste riaperte, in Vaticano nel gennaio del 2023  a cui si sono aggiunte le nuove indagini da parte della Procura di Roma cinque mesi dopo. “Anche un solo tassello in più verso la verità può essere una piccola vittoria per noi”, conclude poi.