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Lo scambismo politico mafioso: dalla Sicilia a Genova

Pubblicato: 08/05/2024 15:58
giovanni toti chi è

Ormai è un trend, una moda, è sexy, se non lo fai non sei nessuno, sei noiosamente etico e bacchettone. Se vuoi darti un tono politico un po’ di scambismo politico mafioso lo devi fare, è come il sesso a tre, ma da più brividi. Indipendentemente dalla tua nascita e natura, lo fanno dal Manzanarre al Reno. Non c’è città in Italia dove non si fa. Anche ad Aosta, figurati a Genova. Dove c’è un gruppo di voto organizzato il politico non resiste, sia che si tratti di una bocciofila che una comunità mafiosa. Mafiosa meglio: sono più affidabili, quelli della bocciofila si prendono il finanziamento per l’attività di altissimo valore sociale e poi magari vanno a votare un bel vaffa con Grillo, il mafioso no. Se lui ti stringe la mano fa un patto d’onore, il voto è certo, ti dice che in quel seggio entrano 50 voti e al limite sono 49, non uno di meno. Certo poi pretende, giusto: lavoro-pretendo, che diamine, una mano lava l’altra. Certo poi c’è sempre il retropensiero.
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Tempo di elezioni, tempo di arresti

Sempre in vista di elezioni arrivano  gli arresti, da Bari alle Europee. Questi benedetti magistrati ci mettono anni ad indagare: in un caso, a Catania, il candidato votato in una lista ha fatto in tempo a ricandidarsi in un’altra per la legislatura successiva. Così non va bene, ci si confonde, è immorale: si dovrebbe fare una norma che regolarizzi il voto di scambio, ma con dei paletti precisi. Se voti uno di sinistra poi non è che te lo trovi a destra, quello è stato eletto con un patto d’onore, e così diventa disdicevole. Permettiamolo questo voto di scambio, che si possa regolarizzare con un’ammenda ammnistrativa, come gli abusi edilizi. Tanto poi i candidati ormai lo fanno ovunque, in ogni Regione, mica solo al Sud. Questi polentoni ci stanno copiando in tutto, a noi meridionali, almeno pagassero delle royalties. Se tu paghi una clan di Riesi o di Limbani per farti votare una parte dovrebbe andare al Paese d’origine, che ha creato questo scambio culturale virtuoso. Per compensare gli oneri formativi, come la tassa di soggiorno. 

Anche perché, alla fine, a meno che non sei un capro espiatorio che ha scritto in faccia il suo destino, come Totò Cuffaro, mica ti condannano. La maggior parte dei processi per voto di scambio finiscono a tarallucci e vino, visto che è difficilissimo provare che quei quattrocento o mille voti sono stati oggetto di scambio. Ci vorrebbero mille confessioni, i votanti dovrebbero essere indagati, perché partecipano attivamente a commettere il reato, e poi condannati al carcere, visto che c’è l’aggravante mafiosa. Se lo facessimo dovremmo cambiare il PNRR, ed utilizzarlo tutto per costruire nuove carceri, per ospitare un milione di nuovi carcerati almeno. Pertanto adottiamo l’ipocrisia di queste indagini a scoppio ritardato. Poi non se ne fa nulla, ma intanto il politico, buono o buono a  nulla, ha finito di fare politica. Tranne Cuffaro, lui è eterno, il male assoluto, riabilitato, ma inabilitato.

Ultimo Aggiornamento: 08/05/2024 15:59