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Vaccino AstraZeneca, “corsa ai risarcimenti multi-milionari”. Ora si muovono i vaccinati. E sono “dolori”

Pubblicato: 08/05/2024 11:50

Dopo la conferma del ritiro ufficiale del vaccino AtraZeneca, seguita alle ammissioni circa i gravissimi effetti collaterali che il siero poteva provocare negli inoculati, si apre un altro fronte. E non è certamente secondario. Documenti giudiziari emersi nel corso di un procedimento legale a Londra, hanno di fatto confermato ciò che si era già capito. La società produttrice ha infatti ammesso che il vaccino poteva causare trombosi, anche se “in rarissime occasioni”. Un’evidenza già sottolineata in precedenti report del gruppo farmaceutico. Ma ora il punto più importante è che, avendo ammesso in un documento di valore legale il possibile effetto collaterale, si apre la strada ai danneggiati che potranno dimostrare di essere stati colpiti da trombosi dopo la somministrazione del vaccino. Il quale, come hanno spiegato i responsabili di AstraZeneca in tribunale, può causare coaguli di sangue e l’abbassamento del numero di piastrine nei pazienti. (continua dopo la foto)
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Una relazione basata su dati italiani e britannici, in ogni caso, sostiene che nel rapporto fra danni e benefici questi ultimi sarebbero stati nettamente prevalenti, e che per questa ragione si era deciso di proseguire con le somministrazioni. AstraZeneca aveva chiesto di ritirare il vaccino il 5 Marzo, e oggi, 8 Maggio, il gruppo ha confermato ufficialmente l’avvenuto ritiro del prodotto dal mercato. Ma certamente la questione non si chiuderà qui, e potrebbe portare a clamorosi sviluppi. I danneggiati da inoculazione da Vaxzevria, infatti, hanno per la prima volta un documento legale a favore delle loro argomentazioni. E ci si aspetta che si organizzino per avviare una class action, o comunque che partano nel prossimo futuro richieste di risarcimenti multi milionarie nei confronti del gruppo farmaceutico. E dopo la conferma in tribunale, sarà difficile per la società sottrarsi alle proprie responsabilità. Lo stesso problema potrebbero averlo anche le istituzioni che, pur a conoscenza del problema, hanno deciso di proseguire con le somministrazioni, soprattutto sui soggetti più giovani e quindi a maggior rischio.

Ultimo Aggiornamento: 08/05/2024 16:55