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Conflitto globale, ora la Russia minaccia il Giappone. “Tokyo si fermi o saremo costretti a reagire”. Estremo Oriente in fiamme

Pubblicato: 09/05/2024 10:41

E’ un vero e proprio bollettino di guerra, o almeno qualcosa che gli somiglia molto, il susseguirsi di notizie che arrivano in questo giorni dall’Estremo Oriente. Abituati a valutare con molta attenzione le vicende che accadono più vicino a noi, forse ci siamo dimenticati che le minacce di un conflitto globale giungono anche da Terre più lontane. Geograficamente, almeno, perché ormai nel mondo globalizzato tutto è collegato. A conferma, ci sono le tensioni – ed è almeno parzialmente una novità – fra la Russia e il Giappone. Dovute soprattutto al rafforzamento dell’alleanza fra il Paese nipponico e gli Usa avvenuto negli ultimi tre anni. Questa completa sintonia fra il Premier giapponese Fumio Kishida e il Presidente Usa Joe Biden si è materializzata in una dichiarazione congiunta durante un incontro del 10 Aprile scorso alla Casa Bianca. (continua dopo la foto)

“Stati Uniti e Giappone”, si leggeva nel comunicato finale, “continueranno a lavorare per garantire la libertà e la stabilità dell’Indo-Pacifico e del resto del mondo“. La coesione anche militare nei rapporti giappo-americani ha causato la reazione di Mosca. E l’ambasciatore Russo a Tokyo, Nikolai Nozdrev, ha mandato un chiaro avvertimento: “Stiamo monitorando da vicino l’intensificazione delle manovre nippo-statunitensi”, ha detto l’uomo di Putin, “con il coinvolgimento di attori esterni, vicino ai nostri confini nell’Estremo Oriente. Avvertiamo Tokyo che se tale attività dovesse continuare, saremo costretti a prendere contromisure per bloccare le minacce militari contro la Russia”. Un avvertimento molto forte, perché senza mezzi termini adombra la minaccia di un intervento militare Russo. (continua dopo la foto)

E mentre si apre questo nuovo fronte di scontro, notizie preoccupanti giungono anche da Taiwan. Dove il Ministero della Difesa dell’isola ha comunicato di avere intercettato la presenza di 23 aerei e 5 navi da guerra cinesi nel giorno in cui una nave militare americana aveva attraversato lo Stretto di Taiwan. L’intensificarsi delle manovre cinesi è legato sia alla presenza militare Usa nella zona, sia all’insediamento del nuovo Presidente di Taiwan Lai Ching-te, che a Pechino viene considerato un “pericoloso separatista“. E la Cina non ha alcuna intenzione di lasciare la presa sull’isola, che anzi vorrebbe accorpare al proprio territorio nazionale. Ipotesi che gli americani non vogliono nemmeno sentire, anche perché ciò creerebbe problemi enormi per la produzione di chip ad alta tecnologia che arrivano principalmente da Taiwan e che sono indispensabili per lo sviluppo e il funzionamento tecnologico dell’Occidente.