Un tragico evento ha riportato l’attenzione sul virus B delle scimmie, un patogeno che può infettare gli esseri umani e che ha una mortalità estremamente elevata, vicina all’80 percento. Questo virus, strettamente correlato ai più comuni herpes simplex virus 1 e 2, può essere trasmesso attraverso morsi, graffi o contatto con fluidi corporei di scimmie infette. Proprio nei giorni scorsi, a Hong Kong, un uomo è stato infettato mentre si trovava al Kam Shan Country Park, un parco dove vivono circa 2.000 macachi. Dopo essere stato ferito da uno di questi animali, ha iniziato a sentirsi poco bene ed è stato ricoverato in terapia intensiva in condizioni critiche.
Il virus B, conosciuto anche come Herpesvirus simiae, è stato scoperto nel 1932 e si ritiene che circoli normalmente nei macachi, con circa il 70-80 percento degli esemplari asiatici infetti. Tuttavia, i casi di contagio nell’uomo sono estremamente rari. I sintomi iniziali sono simili a quelli dell’influenza, ma possono progredire rapidamente a problemi respiratori, danni cerebrali e morte. Attualmente non esiste un vaccino per il virus B, ma l’infezione può essere trattata con farmaci antivirali.
La prevenzione è fondamentale e consiste principalmente nell’evitare il contatto con le scimmie. In caso di ferita da parte di un macaco, è importante lavare la ferita con acqua e sapone, quindi chiamare immediatamente l’assistenza sanitaria. I farmaci antivirali come l’Aciclovir e il Ganciclovir possono essere efficaci nel contrastare la diffusione del virus B e vanno utilizzati insieme alla terapia di supporto. Si tratta, come detto, di un virus che raramente riesce a trasmettersi all’uomo ma, quando succede, può provocare conseguenze devastanti per la salute: il recente caso di Hong Kong ha riportato i rischi sotto l’attenzione dei media.
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