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Caso Toti, ministri contro magistrati. Salvini tuona: “Se i pm avessero lo microspie negli uffici…”

Pubblicato: 10/05/2024 17:10

“La magistratura faccia quello che deve fare, ma se ogni indagato si dimette l’Italia si ferma domani”  è lapidario Matteo Salvini sul caso Toti. “Vorrei sapere – ha aggiunto il leader leghista – se ci fossero microspie negli uffici di qualche magistrato, per quanto tempo continuerebbe a fare il magistrato”. Anche Crosetto ha dubbi sull’inchiesta: “Lo hanno arrestato alle 3 del mattino in un hotel, e se vedo una cosa simile accadere a 30 giorni dalle elezioni qualche dubbio viene”.

I dubbi li avanza anche Nello Musumeci: “A venti giorni dalle elezioni europee e da una consultazione amministrativa particolarmente vasta, questo provvedimento qualche dubbio lo alimenta”, dice ospite della prima edizione di De Portibus. L’attacco alle toghe è diretto e senza mezzi termini: “Da 30 anni la magistratura avanza in spazi non suoi, se avanza la magistratura arretra la politica, che ha perso autorevolezza delegando alla magistratura compiti propri politica – commenta il ministro del Mare – O recuperiamo l’orgoglio dell’esercizio della politica, o ricordiamo che è la politica che fa leggi o la magistratura avanza su un terreno non suo. Se uno degli ordinamenti arretra, l’equilibrio su cui si regge la democrazia non regge”.

Musumeci continua sostenendo: “Il presidente Toti è mio amico e siamo stati colleghi fino a non molto tempo fa. Riuscirà a dimostrare la sua estraneità ai fatti che gli vengono contestati. Dimissioni? Se passa il principio che anche un provvedimento di arresti domiciliari possa porre fine a una esperienza politica consacrata dal consenso popolare, cominciamo a mettere in dubbio l’equilibrio dei principi democratici. Una persona è colpevole dopo la terza sentenza di condanna. C’è poi uno spazio però che si chiama opportunità, che prescinde dal codice penale e civile. L’opportunità è legata alla sensibilità di ciascuno di noi. Non ho elementi per esprimere un giudizio su questo. Fratelli d’Italia che concorre al governo di questa regione è stato chiaro: sono valutazioni che deve fare innanzitutto lo stesso presidente Toti assieme alle forze di coalizione – sottolinea Musumeci – Mi fa rabbia che da parte di certa politica che per tentare di recuperare la credibilità perduta, gridare allo scandalo e richiedere le immediate dimissioni senza aver letto uno straccio di documento. Come si fa basandosi solo sui titoli di giornale… La valutazione giuridica è diversa dalla lettura dei giornali. L’opportunità è un fatto personale. Ma a 20 giorni dalle europee e dalle amministrative questo provvedimento qualche dubbio lo alimenta”.

Si accoda Daniela Santanchè sostenendo: “Qualche sospetto lo destano. Ho piena fiducia nel governatore Toti, sono certa che dimostrerà la sua innocenza e che potrà ristabilire la verità. Abbiamo visto l’accusa, vediamo la difesa”. Ai cronisti che le chiedevano se le recenti inchieste avrebbero potuto causare un contraccolpo nel centrodestra alle prossime elezioni Europee, Santanchè risponde a margine del suo intervento a Investiopia Europa a Milano: “No, non credo assolutamente. Credo che oramai gli italiani nella storia recente della nostra repubblica hanno visto tantissime indagini, tantissime persone messe come mostri in prima pagina sui giornali e poi assolte con formula piena per non avere commesso il fatto. Credo che in questo paese ci sia bisogno di riformare la giustizia”. Solidarietà a Toti è stata espressa dal ministro per lo Sviluppo Economico Adolfo Urso “nella convinzione che sappia dimostrare la sua estraneità ai fatti. Ci auguriamo che in poco tempo si possano dipanare nodi e misteri – precisa anche lui dallo stesso evento a Milano dove partecipa anche Santanchè – Sono garantista nei confronti di tutti e rispettoso nei confronti della magistratura”.

L’ultima spetta a Nordio che dichiara: “Mi sono già espresso sul caso Toti, non tanto come ministro ma come magistrato. Occorre avere sempre cautela e rispetto, attenderemo i risultati di un’eventuale impugnazione. Mi ha colpito che qualcuno si attende che sia l’indagato a dimostrare la sua innocenza, questa è una bestemmia in una civiltà democratica. È l’accusatore che deve dimostrare la colpevolezza dell’indagato. Aspettiamo gli esiti di questa fisiologica dinamica del processo – spiega Nordio dal G7 a Venezia – Il governo si è dimostrato sempre garantista nei confronti di tutti. La nostra parola d’ordine è l’enfatizzazione della presunzione di innocenza. Io l’ho detto fin dal primo giorno che il nostro garantismo è declinato in una enfatizzazione della presunzione di innocenza e poi in una certezza della pena”.
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