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Cos’è la “legge russa” della Georgia e perché migliaia di persone sono scese in piazza a protestare

Pubblicato: 15/05/2024 16:12

Che sia la Georgia la prossima Ucraina? Domanda lecita. Geograficamente, il paese caucasico, funge perfettamente da “stato cuscinetto” con l’agguerritissima Russia e rappresenta per Mosca, un filtro irrinunciabile con l’odiata Europa. Un dejavu, come nel 2023, anche oggi il Paese è attraversato da violente proteste contro il famigerato progetto di legge sulle influenze straniere, riproposto tale e quale un anno dopo il ritiro proprio a causa delle manifestazioni di piazza. Cambia il nome ma non cambia la minestra, Un provvedimento voluto dal partito al governo Sogno Georgiano e subito ribattezzato “legge russa” perché inteso dalle opposizioni come una minaccia alla libertà dei media e alle aspirazioni del Paese di entrare nell’Ue, certificate dallo status di candidato ottenuto a dicembre 2023. 

Se approvata, la legge obbligherebbe i gruppi non governativi e i media a registrarsi come “organizzazioni che servono gli interessi di una potenza straniera” se più del 20% dei loro finanziamenti ha proventi dall’estero. Un provvedimento che ricalca la legislazione russa: il Cremlino, nel 2012, aveva fatto approvare un testo molto simile, che da allora è stata utilizzata per reprimere giornalisti e oppositori politici. I giovani georgiano però, non ci stanno. E da giorni colorano le strade della bellissima capitale Tbilisi per opporsi con le unghie e con i denti.

Nel frattempo, da Bruxelles, arriva il malcontento generale. L’Unione europea si è dichiarata fortemente contraria alla legge, che potrebbe costituire un ostacolo all’adesione della Georgia all’Ue. La maggioranza dei georgiani è favorevole all’ingresso del proprio Paese in Europa: secondo un sondaggio del National Democratic Institute, si tratterebbe di quasi quattro cittadini su cinque. Molti sostengono che la “legge sull’influenza straniera” ostacolerà la candidatura della Georgia all’adesione all’Ue

Il Paese ha ottenuto lo status di candidato a dicembre, ma la Commissione ha avvertito che la Georgia avrebbe dovuto intraprendere un percorso di riforme dello Stato di diritto e della giustizia. Sogno parzialmente infranto quindi per il giovane paese caucasico. Paese che ha ancora dietro di sé la spinosa questione dell’Abkhazia. Ad oggi, questa territorio è riconosciuto da alcuni membri ONU come la Russia e il Venezuela e da alcuni stati non membri come la Transnistria e la Repubblica dell’Artsakh. Un piccolo lembo di terra bagnato dal Mar Nero nel nord del paese, interamente supportato da Mosca e dove l’annessione al vecchio gigante sovietico è un fantasma nascosto dietro l’angolo. Forse ora, dopo i recenti accadimenti, più probabile del previsto.
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Ultimo Aggiornamento: 15/05/2024 16:13

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