
In un significativo gesto di solidarietà e vicinanza, il patriarca di Gerusalemme dei Latini, il cardinale Pierbattista Pizzaballa, è entrato per la prima volta nella Striscia di Gaza dall’inizio del conflitto. Durante la sua visita, ha raggiunto la parrocchia della Sacra Famiglia, situata nel Nord della Striscia, per una visita pastorale.
La parrocchia della Sacra Famiglia, che riceve quotidiane telefonate di sostegno da Papa Francesco, è stata il fulcro della visita del patriarca. Insieme a Sua Beatitudine erano presenti Fra’ Alessandro de Franciscis, Grande Ospedaliere del Sovrano Ordine di Malta, padre Gabriele Romanelli, parroco di Gaza, e una piccola delegazione. L’obiettivo della visita era quello di incoraggiare la popolazione sofferente, trasmettendo un messaggio di speranza, solidarietà e sostegno.
Durante la visita, il cardinale Pizzaballa ha presieduto una messa nella chiesa parrocchiale, partecipata dalla comunità locale. Il patriarca ha anche fatto una visita di cortesia alla parrocchia ortodossa di San Porfirio, sottolineando l’importanza dell’unità e della cooperazione interconfessionale in tempi di crisi.
La missione umanitaria
La visita rappresenta la prima tappa di una missione umanitaria congiunta del Patriarcato Latino e del Sovrano Ordine di Malta. Questa iniziativa, realizzata in collaborazione con il Malteser International e altri partner, mira alla consegna di cibo salvavita e assistenza medica alla popolazione di Gaza. Tale supporto è cruciale in un contesto dove le risorse sono scarse e le necessità umanitarie sono pressanti.
La visita del cardinale Pizzaballa a Gaza non è solo un atto di presenza fisica, ma un potente simbolo di speranza e sostegno per una comunità afflitta da un conflitto devastante. La missione umanitaria congiunta con il Sovrano Ordine di Malta sottolinea l’impegno della Chiesa nel fornire aiuti concreti e nel mantenere vivi i legami di solidarietà in un momento di grande bisogno.
Questa iniziativa si inserisce in un più ampio sforzo internazionale per alleviare le sofferenze della popolazione di Gaza, dimostrando come la cooperazione tra diverse istituzioni religiose e umanitarie possa fare una differenza significativa in situazioni di crisi.