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Robert Fico e il fantasma di Sarajevo: un’aggressione più simbolica che politica

Pubblicato: 16/05/2024 11:14
robert fico chi è

C’è uno spettro che si aggira per quest’Europa confusa e distratta, legata più dai soldi e regolamenti che diritti e principi. Lo spettro è quello dell’attentato di Sarajevo: portò milioni di morti e la guerra, la prima di impatto mondiale, nel Vecchio Continente. L’attentato a Robert Fico colpisce più simbolicamente che politicamente, in parte perché la Slovacchia non ha l’impatto politico e militare dell’impero austroungarico, in parte perché la burocratizzazione europea è come una melassa sui paesi aderenti. Le rivendicazioni dell’attentato sono più ideologiche che etniche, e conosciamo già l’esplosività maggiore delle seconde. Fico come molti politici dell’est Europa è divisivo: spesso critico con la UE e non lontano da Putin come il suo collega Orban. Buona parte del suo governo fu accusato da un’inchiesta giornalistica, conclusasi con l’omicidio del giornalista Jan Kuciak, di rapporti con l’Ndrangheta, cosa che dovrebbe fare riflettere l’Italia sulle capacità d’influenza finanziaria della stessa, molto superiore a quella che pensiamo.
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Democrazia a rischio: il vero significato delle elezioni europee

Se la mano dell’attentatore non è stata armata da forze altre la simbologia dell’attentatore è quasi anarchica: un anziano portatore di idee appunto anarchiche cangiante, pacifista non violento ma pistolero, come può accadere in un mondo di pensiero debole. Si potrebbe dire che solo la poesia è oggi rivoluzionaria in un mondo globalista a pensiero unico consumista, anche se non conosciamo gli scritti dell’attentatore Cintula. La politica europea guarda attonita, distratta dal suo tran tran finanziario regolamentare, senza valori condivisi e principi edificanti. Queste elezioni Europee sono le più critiche da quando la vecchia Ceca si trasformò nell’Unione Europea. C’è da capire chi siamo e come ci poniamo davanti alle sfide globali, alle guerre, ai cambiamenti climatici e demografici. C’è una dimensione della democrazia a rischio anche nel Vecchio Continente, e la Brexit in questo non ha giovato. Ma ovviamente nei singoli paesi raramente queste considerazioni alte vengono discusse: si parla sempre di due cose, soldi e regolamenti, più che leggi sui diritti fondamentali. Poi c’è il provincialismo molto italico, in cui più che all’Europa si pensa alla conta interna, il sondaggione sui leader, chi sale e chi scende, e molto meno sulle idee. Il fantasma si aggira, forse la miccia slovacca sarà non esiziale, ma prima o poi nella pochezza continentale verrà accesa quella deflagrante.

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