
C’è dibattito sul mancato dibattito. Non ci sarà da Bruno Vespa un confronto Meloni-Schlein ed il giornalista non ha mancato di dire la sua, esprimendo la sua delusione per uno status quo che ritiene legato a lacci di tempi passati (leggi: era Berlusconi). In un’intervista a Il Corriere lo ha ben spiegato: il dialogo ha toccato vari argomenti, dalla programmazione televisiva ai confronti politici, dimostrando come media e politica si intreccino spesso in modi complessi.
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Il primo argomento sollevato riguardava la futura programmazione televisiva, alla quale è stato risposto con una certa apertura, ma anche con prudenza: “Rientriamo nella normale programmazione. Vedremo.” Questa risposta lascia intuire una programmazione attenta e possibilmente innovativa, senza sbilanciarsi troppo su dettagli specifici, mantenendo un velo di mistero sulle effettive direzioni future.
Riguardo alla proposta di confronti stile americano, ovvero tutti contro tutti, la risposta è stata decisamente critica: “Ma le pare che un premier debba andare a confrontarsi con tutti i partiti grandi e piccoli? Cosa ci guadagna?”. E riguardo al mancato dibattito Meloni Schlein spiega di non essere crucciato per questioni personali, ma per il significato della decisione in sé:”Non mi pare una vittoria della democrazia quando s’impedisce a una premier di confrontarsi con la leader dell’opposizione”. Un pensiero che si lega ad una prassi connessa a passate ere politiche: “Il clima di contrapposizione c’è sempre stato. Io e Guglielmo Marconi festeggiamo 100 anni insieme (ride) ed è sempre stato così. La questione è che la legge sulla par condicio fu introdotta per impedire a Berlusconi premier di esercitare il suo strapotere sulle tv. Oggi non ha senso”
Questo commento mette in luce una chiara posizione contro un formato che potrebbe sembrare eccessivo o poco produttivo, ritenendo che esistano limiti da rispettare anche nel confronto televisivo.TeleMeloni e la Sintonia con la PremierQuando interrogato sulla presunta sintonia particolare con la premier, etichettata come “TeleMeloni”, il giornalista ha risposto puntando sui fatti e sull’equità del proprio approccio: nessun ospite si è mai lamentato post-partecipazione ai suoi programmi, indicando un trattamento equo e professionale, come confermato dall’esperienza positiva di ospiti come Schlein.Una Storia di Censura e Controllo MediaticoUno dei momenti più significativi dell’intervista è stata la discussione su spezzoni di trasmissioni del 2001 mostrati nel programma “Cinque minuti”. Questi spezzoni sono stati utilizzati per evidenziare le differenze nel trattamento mediatico a seconda dei partiti al potere. Tuttavia, il giornalista non ha toccato il tema dell’editto bulgaro che portò all’allontanamento di figure chiave come Luttazzi, Santoro e Biagi dalla Rai sotto il governo Berlusconi, dichiarando semplicemente di essere “contro tutti gli editti.”