“Mi era sfuggita la conclusione del processo e la sentenza emessa“. E’ caustica nella sua ironia Gaia Tortora, figlia di Enzo, il popolare presentatore vittima innocente di uno dei più clamorosi abusi giudiziari della storia dell’Italia contemporanea. Gaia, in un tweet su X, ha attaccato Piercamillo Davigo, reo di avere rilasciato un’intervista al Fatto Quotidiano che è tutta un programma sin dal titolo: “Solo in uno Stato canaglia questa non è corruzione“, afferma l’ex magistrato rispetto al caso giudiziario che coinvolge il Governatore Ligure Giovanni Toti. D’altronde non è la prima volta che Piercamillo, protagonista nel pool Mani Pulite, si trova al centro di polemiche per i suoi giudizi su casi giudiziari ancora in corso. E il giornale di Travaglio non si distingue certo per garantismo. “Se prendi i soldi in cambio di qualcosa è una tangente, anche se fatturata”, rincara la dose Davigo, “il problema non è se i soldi ricevuti sono fatturati o no, ma se c’è una contropartita“. (continua dopo la foto)

Il giudizio caustico dell’ex protagonista di Mani Pulite non si limita a stigmatizzare i comportamenti di Toti e degli altri protagonisti delle vicende liguri. E la sua intervista suona davvero come una sentenza mediatica anticipata, pronunciata prima ancora che inizi il processo. Ed è per questo che la figlia di Enzo Tortora ci fa giù pesante: “Meno male che Davigo ci arriva sempre prima di tutti“, ironizza con amarezza Gaia. Che chiude con uno sferzante: “E’ così sì che si velocizzano i tempi della giustizia“. Insomma, l’abitudine di fare processi mediatici su casi in corso e di emettere sentenze anticipate sui giornali e nei programmi Tv, sembra un’abitudine che certi rappresentanti delle toghe non riescono proprio a togliersi. E questo non può che irritare una donna che ha visto suo padre incarcerato e sbattuto sulle prime pagine dei quotidiani per colpa delle bugie di un pentito e della superficialltà di chi doveva valutarle. (continua dopo la foto)

Nell’intervista al Fatto, comunque, Davigo accusa anche il Governo di voler togliere ai magistrati gli strumenti di indagine per scoprire la corruzione. “Al Catechismo mi hanno insegnato: settimo, non rubare. Siamo ancora d’accordo con questo?“, si domanda l’ex magistrato. Che dopo aver criticato il lassismo delle autorità nelle indagini sulla corruzione, si pone una domanda. “Perché da noi le opere pubbliche costano il doppio della media europea?“. Questo è uno dei cavalli di battaglia di Davigo e di Travaglio. Anche se i dati complessivi sono un po’ diversi. La spesa della Pubblica Amministrazione in Italia, infatti, è inferiore a quella degli altri grandi Paesi Ue. “Non solo”, rincara la dose Davigo, “le opere pubbliche sono spesso anche fatte male, e poi i ponti crollano“. Nemmeno una parola sulle privatizzazioni, sulla diminuzione dei controlli, e sul fatto che i ponti crollano perché sono vecchi e non viene effettuata la manutenzione per mancanza di fondi o per aumentare i profitti, a seconda dei casi. La visione di Davigo è a senso unico: è sempre colpa della “corruzione”.