
Il caso Toti, scoppiato a pochi giorni dalle elezioni europee, sembra ancora una volta il frutto di una certa giustizia a orologeria. Ma soprattutto, come ha già sottolineato l’ex giudice Palamara, sono tanti i punti oscuri di questa storia e dell’ordinanza emessa dai giudici. Chi ha visto i faldoni in Procura parla di oltre diecimila pagine agli atti. Il punto, però, è che è tutto da verificare, eppure Toti il prezzo politico – e umano – lo sta già pagando. A carico del presidente della Regione Liguria al momento c’è poco e niente: si parla di bonifici, ma come è noto i bonifici sono la cosa più tracciabile e trasparente in assoluto, non si parla certo di mazzette in contanti nascoste in qualche valigia. Come sottolinea Aldo Torchiaro su Il Riformista, se c’è stata una condotta illecita la si può – e la si deve – accertare senza far scattare le manette: “Al momento Toti risulta singolarmente ristretto presso la propria abitazione, con il divieto assoluto di comunicare con l’esterno, pur non avendo neanche contezza dei fatti addebitatigli”. Il suo legale, l’avvocato Stefano Savi del Foro di Genova, è per questo allibito. (Continua a leggere dopo la foto)
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“Abbiamo chiesto di essere sottoposti a interrogatorio. Toti vuole incontrare i magistrati, subito. Domani stesso. Vuole dare il suo contributo di chiarezza alle indagini. Ci hanno risposto di no, al momento hanno da fare. Lo interrogheranno a fine mese”, fa sapere il legale del governatore ligure. Quindi il principale indagato, che è il presidente della Regione, è tratto in arresto e detenuto ai domiciliari, vuole collaborare ma i magistrati glielo negano. Toti, dunque, non può chiedere la revisione delle misure cautelari finché non ha parlato con i magistrati. E guarda caso, infatti, l’appuntamento viene fatto slittare. “Fin quando non sarà stato sentito – evidenza Torchiaro nel suo approfondito articolo – non potrà fare ricorso al Tribunale del Riesame, né tantomeno a quello della Libertà. È in gabbia, ancorché a casa. Non può telefonare, leggere un’e-mail, partecipare a una riunione di Giunta. Potrebbe però dimettersi, viene detto. Anzi, è il parere del suo entourage, la tenaglia della Procura si stringe proprio per accelerarne la decisione”. (Continua a leggere dopo la foto)

Come ha detto Palamara, è in questo modo che le toghe fanno politica. Toti probabilmente si dimetterà, quindi. E se poi, come successo 9 volte su 10 in passato, risultasse innocente? Chi gliele ridà indietro una carriera politica e una vita personale devastate? Intanto la sua parte politica sta già pensando al sostituto. E anche questo è un chiaro segnale. Da Salvini a Tajani passando per Lupi si fa già il toto-nomi. La probabile data di voto sarà per fine ottobre o inizio novembre. Sempre Torchiaro fa sapere che ci sono quattro nomi che circolano per il centrodestra, e uno su tutti per il centrosinistra, quello di Andrea Orlando, ex ministro del lavoro, dell’ambiente e della giustizia. Per il centrodestra, invece, si parla del numero due di Salvini, l’economista genovese Edoardo Rixi. Oppure: Antonio Gozzi, presidente di Federacciai, Enrico Musso, economista specializzato in trasporti marittimi, e infine Federico Delfino, ingegnere navale diventato Rettore dell’Università di Genova.
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