
Una nuova variante del Covid arriva in Italia dopo aver creato non poche preoccupazioni negli Usa. Si tratta di quella denominata KP.2 che è considerata molto simile alla variante Delta (B.1.617.2), tra le più resistenti durante la pandemia, identificata per la prima volta in India nell’ottobre 2020 e diffusasi rapidamente in più di 85 Paesi. Sulla pericolosità di questa nuova variante gli esperti sono divisi. C’è chi ritiene che KP.2 non risponda ai vaccini precedenti. E chi, al contrario, come l’epidemiologo Massimo Ciccozzi, è convinto che non eluda i vaccini già esistenti.
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Tra i ceppi virali del Covid più diffusi in questo momento in Italia, si conferma una predominanza di quelli riconducibili alla variante JN.1. Ma la nuova variante KP.2 preoccupa gli Usa, dove causa un caso Covid su quattro. “Gli americani si stanno preoccupando per questa ultima variante che deriva da Jn.1. – spiega Ciccozzi – La KP.2 ha tre mutazioni interessanti, ma in Usa si stanno preoccupando un po’ troppo”.

Variante Covid KP.2: lo studio di Massimo Ciccozzi
“È vero che una di queste mutazioni è nel sito 455, una ‘flip mutation’, cambia l’aminoacido e destabilizza la struttura della proteina. – prosegue l’epidemiologo – Ma ciò non significa che sia più immunoevasiva (non elude i vaccini anti-Covid) delle altre varianti o più pericolosa. Ricorda la variante Delta, ma manca una mutazione sul sito successivo e non è così aggressiva come lo è stata la Delta”.
“Dal nostro studio emerge che non ci sono rischi di maggior virulenza ed evasione del sistema immunitario. Tenderà a sostituire le varianti precedenti, ma, come avviene di frequente, si tende a confondere la fitness evolutiva con la fitness di contagiosità. Faccio un esempio: Ebola non si è evoluto perché, pur con una grande contagiosità e virulenza, uccideva quasi tutti gli ospiti. E non è questo il caso per Sars-Cov-2. Quindi, una cosa è la fitness evolutiva e la capacità di adattamento, una cosa è la fitness di contagiosità e gravità: se aumenta la capacità di adattarsi, diminuisce la gravità di malattia. Comunque è bene monitorare il virus, senza creare inutili allarmismi”, conclude poi Ciccozzi rassicurando tutti.
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