
Le immagini che arrivano da Singapore sono emblematiche e anche piuttosto impressionanti. E sollevano una discussione che non riguarda solo l’isola, ma mette in gioco il concetto di proprietà privata, sviluppo urbano e diritti individuali. Con un contorno di inevitabili polemiche. Un cittadino di Geylang, infatti, si è rifiutato di vendere la sua casa, costruita su due piani, per permettere che al suo posto venissero costruite le nuove torri di un complesso residenziale chiamato NoMa, sviluppato dall’impresa Macly Group. I costruttori, di fronte all’ostinato rifiuto dell’uomo, hanno deciso di procedere ugualmente alla costruzione del complesso. E hanno di fatto “schiacciato” la casa al centro della discordia fra le due grandi costruzioni che la circondano. Il risultato è quello che si vede nella foto e nel video. La vita del proprietario della casa ne è risultata sconvolta innanzitutto a causa dei rumori causati dai lavori negli edifici in costruzione. Poi, perché la sua privacy è stata compromessa e la “visuale” rovinata. (continua dopo il link al video)
clicca su questo link per vedere il video: https://fb.watch/sdrNneN_6b/
Questo episodio ha diviso la comunità. I residenti della zona, infatti, si sono divisi fra chi ha mostrato di apprezzare la tenacia e il coraggio del proprietario della casa. E chi invece lo ha criticato per avere, con la sua ostinazione, danneggiato la comunità. Questo episodio, che è stato molto dibattuto anche dai media locali, ha riportato in primo piano una problematica che esiste non solo a Singapore, ma ovunque accadano episodi simili. Il tema è quello del rapporto, o contrasto, fra la necessità di sviluppo urbano e i diritti individuali dei proprietari di casa. Questo di Geylang è quindi un caso emblematico, che invita a riflettere sulla necessità di trovare un equilibrio fra urbanizzazione e rispetto del diritto di proprietà.