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“Su ognuno di voi ci sono enormi archivi. Se li vedeste rimarreste scioccati”. Ecco come ci spiano

Pubblicato: 27/05/2024 18:35

Micah Lee è un giornalista investigativo, hacker e noto esperto di sicurezza informatica. La sua storia ha preso una piega inaspettata quando, nel 2013, ha protetto la diffusione delle rivelazioni che Edgar Snowden ha condiviso con il mondo. Insieme, i due hanno denunciato per la prima volta la sorveglianza di massa a cui tutti siamo sottoposti. Oggi, in una lunga intervista con Elisabetta Russo di Fanpage, Micah ha fornito altre indicazioni su una realtà che teoricamente conosciamo, ma della quale sappiamo pochissimo. E che va oltre la nostra immaginazione. “Se le persone“, ha denunciato Lee, “vedessero gli enormi dossier di informazioni che le aziende tecnologiche raccolgono su di loro, rimarrebbero scioccate“. Ma non solo. L’esperto infatti racconta anche altro. E torna sul suo cavallo di battaglia. Cioè il complesso sistema di sorveglianza governativo che invade le nostre vite come un fantasma invisibile. Ma sempre presente. “Possono raccogliere i tuoi dati, trasformare il tuo telefono in un dispositivo di ascolto registrando audio della stanza in cui ti trovi”, spiega Lee. (continua dopo la foto)

L’esperto di sicurezza informatica Micah Lee

L’esperto denuncia la poca consapevolezza del pubblico di fronte a questo ipercontrollo. Sì, ma che cosa dovremmo fare? Impegnati come siamo a lavorare e a stare con i nostri cari, non possiamo trasformarci in esperti di informatica e passare tutto il nostro tempo a difenderci dallo “spionaggio” di massa. Anche se in teoria “alcuni antidoti ci sono”, spiega ancora Lee. “La crittografia, l’autenticazione a due fattori, o App come Signal che rendono più difficile spiare gli utenti”. Siamo parte di una gigantesca spy story che ci vede involontari protagonisti. E l’impossibilità di passare il tempo a difendersi da questo assalto ci rende rassegnati. Il problema, uno dei problemi, è che in questo modo diventiamo tutti ricattabili. Se mai dovessimo entrare nel mirino di qualcuno, non sapremmo come difenderci. Anche perché, se è vero che sono migliorati i sistemi di “difesa”, lo sono anche i mezzi di chi ci spia. “Le società di sorveglianza private sono molto più attrezzate“, spiega Lee. “Per esempio una società israeliana produce un potente spyware per iPhone e Android chiamato Pegasus. Lo vendono ai governi di tutto il mondo, compresi i regimi autoritari che prendono di mira gli attivisti per i diritti umani“. Quella della sorveglianza è diventata un’industria internazionale. “NSA, Russia, Cina, Iran, Corea del Nord e altri Paesi stanno ancora cercando di spiare tutti”. (continua dopo la foto)

“Tutto è spiato”, afferma Micah Lee. “Il governo può guardare semplicemente le tue mail, i tuoi messaggi di testo o qualsiasi prova digitale esistente. Quando invii un messaggio di testo tramite SMS o chiami qualcuno al telefono, passa tutto attraverso il tuo gestore di telefonia che è in grado di spiarti”. E lo stesso vale per i servizi di posta elettronica, o “per le piattaforme come X, Facebook, Istagram o Tik Tok. Tutte queste aziende hanno accesso ai tuoi messaggi“. Quindi, “immaginiamo che il governo stia indagando su di te. Potrebbero inviare richieste legali alle aziende perché consegnino i tuoi dati. E generalmente le aziende fanno ciò che chiede il governo. Per fare un esempio, Google ha ricevuto 463.000 richieste di dati da tutto il mondo solo nei primi sei mesi del 2023“. Se poi qualcuno installa uno spyware sul nostro telefonino, è difficilissimo scoprirlo. E gli spyware hanno accesso a tutti i tipi di dati e possono anche fornire la nostra posizione. Insomma siamo prigionieri di un Grande Fratello invisibile. E per il futuro? “Le società di intelligenza artificiale stanno già raccogliendo un numero spropositato di dati generati dagli utenti per addestrare i loro modelli. Stiamo entrando in un’era in cui le persone dovrebbero essere consapevoli che tutto ciò che pubblicano verrà monetizzato, anche illegalmente. E sarebbe ora di iniziare a pensare a come reagire”.

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