
C’è un nome di peso all’interno del governo che sta creando un piccolo terremoto, soprattutto perché, a quanto pare, sta già con le valigie pronte. Si tratta del numero 2 della Lega, Giancarlo Giorgetti che, stando a un retroscena di Repubblica, avrebbe già avvertito i funzionari del suo dicastero, il ministero dell’Economia: “Preparatevi a fare senza di me”, è lo sfogo raccolto da alcuni funzionari del Tesoro. Parole chiare, che lasciano presagire un futuro lontano dal governo Meloni. Del resto l’ultimo “scontro” si è consumato sui tagli ai Comuni. “Non si rendono conto che se non riduciamo la spesa allora andiamo a sbattere”, avrebbe detto riferendosi proprio ai partiti della maggioranza che sostengono il governo. Giorgetti deve affrontare nell’immediato la spending review, dopo aver attraversato l’inferno del Superbonus. Lo aspettano la manovra austera e il Mes. Da una parte lui che prova a far quadrare i conti e avverte della necessità di stringere la cinghia, dall’altra un’intera maggioranza che sembra non curarsi dei suoi moniti. Che fare, dunque? Dimissioni? No, questo è assai improbabile ore, ma c’è già un’alternativa che metterebbe tutti d’accordo con un’uscita soft. (Continua a leggere dopo la foto)
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A quanto pare, sempre il retroscena di Giuseppe Colombo, rivela che Giorgetti sia disposto a lasciare via XX settembre già da mesi, e lo dice anche, in gran riserbo. In pubblico, invece, schiva la questione. Scrive Repubblica: “Forza Italia lo attacca in chiaro. La Lega, il suo partito, sparge contrarietà sotto traccia. I parlamentari di Fratelli d’Italia al suo posto vorrebbero il suo vice: il ‘fiscalista’ Maurizio Leo”. Non si può dimettere, però, perché è lui che gestisce ora i conti pubblici, e non può creare un terremoto del genere nelle settimane che preparano l’avvento del Piano fiscale-strutturale di medio termine, la traduzione in impegni e numeri del nuovo Patto di stabilità, e con le elezioni europee alle porte. Già, le elezioni europee. Ecco, dunque, la possibile soluzione: un posto da commissario se gli intrecci elettorali dovessero essere favorevoli. A Giorgia Meloni avrebbe già offerto la sua disponibilità. (Continua a leggere dopo la foto)

Giorgetti pensa sia più sicuro fare da presidio all’interno della Commissione europea piuttosto che diventare il prossimo bersaglio dentro e fuori il governo, con dei conti che tornano sempre meno. Come ha reagito la Meloni? Il retroscena parla di una premier che “si è dimostrata fredda”. Matteo Salvini, invece, non farebbe storie: “Perdere il ministro dell’Economia non sarebbe una tragedia. Pensa, il leader della Lega, che il Mef non porta consenso”. In più, dicono sempre i rumors, Giorgetti – che fu scelto da Giorgio Napolitano nel 2013 tra le dieci personalità individuate per sbloccare l’impasse istituzionale – vorrebbe circondarsi di nuovo di quello “spirito quirinalizio”. Perché all’orizzonte vede proprio una possibilità per la nomina a Presidente della Repubblica. E il ruolo europeo diventerebbe così un ottimo viatico, visto che la destra non avrebbe personalità così di spicco e così “sagge” da proporre e che metterebbero d’accordo anche l’opposizione.