
La procura ha aperto un’inchiesta sulla morte di Loris Comparin. Il pubblico ministero Busato ha avviato accertamenti allo scopo di valutare se vi siano state responsabilità nel decesso del campione di karate ed ha disposto l’autopsia, che potrebbe essere celebrata venerdì. Per questo è stato annullato il funerale, già previsto per domani ad Arsiero; le esequie sono state rinviate. I genitori di Comparin, assistiti dall’avvocato Gaetano Calapai, vogliono capire se Loris, padre di una bambina, si sarebbe potuto salvare.
“Era amato da molti e tutti lo ricordano come un uomo sempre allegro, sorridente e pieno di vita. Era una persona onesta e di buon cuore. La sua passione per la vita era contagiosa e si rifletteva nel suo approccio al karate – dice il padre Oscar Comparin – Possedeva incredibili capacità atletiche e, grazie all’esperienza, aveva sviluppato nel tempo una notevole competenza tattica. Loris non era solo un grande atleta, ma anche un grande insegnante: ha sempre saputo trasmettere con bravura e professionalità la sua competenza ai suoi allievi del Centro sport Thiene che gestiva con molta passione”.
Comparin, dopo aver accusato un malessere alla gola, si era rivolto al medico di base che gli aveva prescritto dei farmaci, continuando a sentirsi male il 15 maggio scorso si era rivolto al pronto soccorso dell’ospedale dove è stato dimesso per poi tornarvi il giorno successivo venendo ricoverato. L’infezione alla gola si sarebbe estesa e dopo due settimane è morto. Comparin nella sua carriera da atleta aveva vinto molti titoli italiani ed era stato per 4 volte campione del mondo di karate.
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“Questa è una notizia che non avrei mai voluto sentire. Loris Comparin si è spento all’età di 46 anni, che avrebbe compiuto il prossimo 26 ottobre. Conosco Loris da trent’anni, da quando esiste la Fesik, ed è stato un ragazzo meraviglioso, uno al quale sarebbe stato impossibile non volere bene. Sempre allegro, sorridente, gioviale. A volte un po’ pazzerello; quella sana follia di chi ama la vita e ne vuole gustare ogni attimo. È stato un grande atleta, sicuramente uno dei più grandi che la Fesik abbia mai avuto”, ha scritto Sean Henke, presidente della Federazione Educativa Sportiva Italiana Karate.
“Era dotato di incredibili capacità atletiche, un autentico fuoriclasse. Grazie alla sua esperienza e agli insegnamenti del padre Oscar, aveva acquisito nel tempo anche una elevata competenza tattica che ha trasmesso con sapienza e professionalità ai suoi allievi del Centro Sport Thiene. Da quando abbiamo sentito, come un fulmine a ciel sereno, del suo ricovero in ospedale, abbiamo sperato per giorni in un miracolo, ma non è arrivato. Oggi il mondo del karate piange non solo un grande atleta, ma anche un grande uomo, onesto e dall’animo buono. Al padre Oscar, alla madre Giacomina, alla sorella Mara, al fratello Nicola, alla figlia Gloria e a tutti familiari vanno le più sentite condoglianze. Non ho altre parole, solo lacrime”, ha concluso il presidente della Fesik.