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“Non ha fatto la quarta dose”. Asl di Lecce vieta tirocinio a studentessa di infermieristica. Esplode la polemica

Pubblicato: 04/06/2024 12:49

Sta suscitando polemiche e discussioni la decisione della Asl di Lecce di negare l’accesso al tirocinio a una studentessa di infermieristica per non essersi sottoposta alla quarta dose del vaccino anti Covid. L’Ufficio sanitario aziendale della Asl pugliese, infatti, ha comunicato alla ragazza il divieto perché “si è sottoposta solo a tre dosi“. Questo nonostante il ministero della Salute non abbia mai reso obbligatoria la quarta. La studentessa aveva presentato anche la certificazione della carica anticorpale, che confermava la presenza di anticorpi contro Sars-Cov2. Ma le autorità sanitarie pugliesi non hanno ritenuto la certificazione sufficiente, di fatto smarcandosi dalle indicazioni ministeriali e del Governo. Alla fine, in ogni caso, la ragazza ha dovuto rinunciare al tirocinio. (continua dopo la foto)

Il legale della studentessa, Giovanni D’Agata, ha rilasciato una dichiarazione sul caso. “Stiamo verificando attraverso i nostri esperti se quanto eccepito dalla Asl sia legittimo e corrispondente alle norme, anche regolamentari, attualmente vigenti”, ha spiegato l’avvocato. Che ha anche sottolineato come la sua assistita non sarebbe stata l’unica a dover affrontare questo tipo di problema. “Questa vicenda”, ha proseguito D’Agata, “dimostra che non si è sopita l’esigenza di una parte del mondo sanitario, tutta da dimostrare, di sottoporre ancora alcune categorie di persone a un’ulteriore dose di vaccino anti Covid, nonostante la fine accertata della pandemia da parte delle autorità sanitarie non solo nazionali“. (continua dopo la foto)

La somministrazione della quarta dose, pur “raccomandata” dal ministero, non è per l’appunto mai stata resa obbligatoria. La posizione della Regione Puglia sembra quindi in antitesi con quella vigente sul territorio nazionale. “Resta, inoltre, il dubbio che la procedura seguita”, ha concluso il legale della studentessa, “ove dovesse essere conforme alla normativa, sia ancora giustificabile anche sotto il profilo del principio superiore della tutela della salute e di quello del diritto individuale alle cure”.

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