
Molti pensano che la guerra già in atto fra Russia e Alleanza Atlantica – con gli Stati Uniti in primo piano – sia soprattutto una questione “tattica”. Minacce incrociate e voce grossa per prendere posizione, senza però la volontà di arrivare a uno scontro aperto. Ma quello che sta accadendo in questi giorni crea una situazione di rischio reale sempre più evidente. A furia di tirare la corda, l‘incidente fatale può verificarsi in qualsiasi momento. Va letta in questo senso l’ultima dichiarazione americana, avallata dalla presidenza, secondo cui “gli Stati Uniti non hanno posto alcuna restrizione per quanto riguarda la distruzione degli aerei russi, anche se questi non si trovano nello spazio aereo ucraino“. Sono le parole pronunciate dal portavoce del Consiglio per la Sicurezza Nazionale John Kirby. “Le forze ucraine”, ha aggiunto Kirby, “possono abbattere gli aerei russi che rappresentano una minaccia imminente. Lo hanno fatto fin dall’inizio della guerra”. E possono farlo anche in territorio sovietico.

Il problema è che ora alcuni Stati aderenti alla Nato, fra cui gli Usa e la Germania, hanno dichiarato apertamente che Kiev può usare armi fornite dall’Occidente per colpire in territorio russo. Mentre i Paesi Bassi hanno dato il permesso di utilizzare, per missioni anche fuori confine, i ventiquattro F-16 consegnati all’esercito di Zelensky. Quindi la linea rossa, che sino a poco tempo fa sembrava il punto da non varcare per evitare l’escalation, è stata abbondantemente superata. E le risposte del Cremlino, che minaccia apertamente di rappresaglie gli stessi Stati Uniti, non potranno restare sulla carta troppo a lungo. Se si verificherà un incidente importante, è difficile pensare che Putin non reagirà. Anche di fronte alle pressioni dell’opinione pubblica russa, poco disposta ad accettare passi indietro dopo tutti i sacrifici fatti anche in termini di soldati caduti al fronte. (continua dopo la foto)

Il gioco delle tre carte prosegue anche sul piano dell’invio di istruttori militari per aiutare l’esercito ucraino. Gli americani dichiarano di non avere intenzione di mandarne, mentre la Francia non nasconde più di avere inviato i propri tecnici in appoggio a Zelensky. Il tutto mentre Biden e Macron, per bocca del consigliere alla sicurezza nazionale della Casa Bianca Jake Sullivan, hanno dichiarato che durante il loro prossimo incontro parleranno degli asset russi sequestrati. L’intenzione sarebbe quella di usare le ricchezze pignorate ai russi per mobilitare nuove risorse da destinare all’Ucraina. Ma è evidente che la Nato non potrà cercare di congelare il conflitto sulle attuali posizioni in eterno. Non senza provocare una reazione di Mosca che ancora non c’è stata, ma che a questo punto diventa sempre più probabile. Per questo la “guerra tattica” potrebbe trasformarsi in un conflitto reale. E ben prima dei 2-3 anni che, secondo quanto dichiarato dal capo della difesa norvegese Eirik Kristoffersen, servirebbero all’Europa per essere pronta ad affrontare una guerra con la Russia.