
“Voglio ancora bene ad Andrea ma adesso dovrebbe dirmi lui cosa è successo. Aspetto che la giustizia faccia il suo corso per capire se è stato lui o meno”. Lo ha detto Daniel Zanola, il fratello di Giada, la 33enne bresciana uccisa dal compagno Andrea Favero che l’avrebbe gettata da un cavalcavia sull’autostrada A4. Le dichiarazioni sono state rilasciate prima del funerale della donna, in corso alla chiesa di Folzano, frazione di Brescia dove Giada Zanola è cresciuta. Oltre ai familiari e a tanti amici è presente la sindaca di Brescia Laura Castelletti.
Oltre ai familiari e a tanti amici, è presente la sindaca di Brescia Laura Castelletti. “Era una ragazza dolcissima, mancherà”, ha detto invece Federica, la sorella di Giada, con la voce rotta dal dolore.
“Carissima Giada, l’intera comunità di Folzano oggi ti accoglie e ti abbraccia. Tanti di noi in questo piccolo quartiere della periferia sud di Brescia ti hanno vista crescere, giocare, studiare, vivere amicizie, coltivare sogni. E ora, insieme ai tuoi familiari, ci sentiamo come persi, costretti a deglutire un boccone molto, troppo amaro e che fa male. Nessuno avrebbe potuto anche solo immaginare per te oggi un “rientro forzato” come quello che ti ha appena coinvolta: dal Veneto che amavi, per via direttissima al Folzano che portavi nel cuore… ma che rientro è?”, si è chiesto don Sergio Contessi, parroco che ha celebrato a Brescia i funerali di Giada Zanola, uccisa dal compagno.
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“Dentro di noi – ha infine aggiunto – c’è rabbia, c’è la quasi pretesa che le cose sarebbero dovute andare diversamente; e poi c’è la mancanza di futuro, la speranza graffiata, i sogni infranti; forse più di tutto a farci male dentro c’è la morte stessa, che si è fatta ingiustamente vicina nello spegnersi drammatico della vita di Giada”.
Proseguono a ritmo serrato le indagini su Andrea Favero, camionista 38enne di Vigonza e padre del bimbo di 3 anni affidato momentaneamente ai nonni paterni. La scientifica ha perquisito la casa di famiglia e prelevato il computer e il cellulare del 38enne, nella speranza che restituiscano indizi sugli avvenimenti di una settimana fa e indizi sulle presunte minacce e violenze fisiche che Giada aveva confidato a persone a lei vicine. Non si trova però il telefono della vittima, e il sospetto è che sia stato proprio il compagno a farlo sparire. Favero attualmente è in carcere al Due Palazzi di Padova.