
L’ennesima tragedia nelle acque del Mediterraneo ha riacceso il dibattito sulla gestione dei flussi migratori e sulle operazioni di soccorso in mare. Giorgia Linardi, portavoce di Sea Watch Italia, ha espresso con forza la sua indignazione contro lo Stato italiano, accusato di ostacolare le attività di monitoraggio aereo della ONG per nascondere le atrocità che si consumano a poche miglia dalle coste. “Lo Stato Italiano non vuole far volare gli aerei di Sea-Watch per impedire che si sappia delle atrocità che avvengono vicino alle nostre coste. Questo silenzio forzato serve a far dimenticare all’opinione pubblica che è in corso un’ecatombe”, ha dichiarato Linardi.
Secondo Sea Watch, gli avvistamenti e il recupero dei corpi delle vittime sono stati effettuati principalmente dalle organizzazioni civili, nonostante la presenza di mezzi finanziati dall’Unione Europea. “Questo dimostra l’esistenza di una politica discriminatoria, che applica doppi standard sui diritti umani. Nemmeno i cadaveri ricevono il rispetto dovuto”, ha aggiunto Linardi.
L’episodio recente si è verificato proprio alla vigilia delle elezioni in Italia e mentre si votava in altri Paesi europei. Linardi ha lanciato un appello affinché la verità del Mediterraneo scuota le coscienze di chi sarà chiamato a governare in Europa. “Il Mediterraneo grida la sua verità, e deve finalmente risvegliare le coscienze di chi governerà in Europa”, ha sottolineato la portavoce.
Oggi il nostro aereo #Seabird ha avvistato 11 corpi senza vita al largo della Libia, non sappiamo se siano tutti parte dello stesso naufragio fantasma.
— Sea-Watch Italy (@SeaWatchItaly) June 7, 2024
Questo è ciò che accade nel Mediterraneo, anche quando nessuno lo vede. pic.twitter.com/eQJCCwtIbz
In assenza di una risposta coordinata da parte delle autorità, le navi delle ONG continuano a svolgere un ruolo cruciale nel salvare vite umane. Tra queste, la Geo Barents di Medici Senza Frontiere (MSF) è stata l’unica a rispondere alla segnalazione di Sea Bird, l’aereo civile di Sea Watch. Dopo aver completato due operazioni di salvataggio nella mattinata, la Geo Barents, mentre si dirigeva verso Genova, ha ricevuto un’allerta dal velivolo civile riguardo a una situazione critica nelle vicinanze.
Autorizzata dalla Guardia Costiera italiana, la nave si è immediatamente diretta verso la posizione indicata. “Quando il nostro equipaggio è arrivato sul posto, ha iniziato un’operazione di ricerca per localizzare i corpi. Ne abbiamo trovati undici, esattamente come indicato da Sea Watch. Erano vittime di un naufragio invisibile o forse di un’intercettazione da parte delle autorità libiche. Nessuno potrà raccontare cosa è successo realmente”, ha comunicato Medici Senza Frontiere.
Poco lontano dalla scena del naufragio, è stata avvistata un’altra imbarcazione in difficoltà con venti persone a bordo, tutte salvate grazie all’intervento tempestivo.
Juan Matias Gil, capo missione di MSF, ha duramente criticato le politiche migratorie che, secondo lui, contribuiscono direttamente alle morti in mare. “Questi decessi sono il risultato di una gestione crudele dei flussi migratori. Le persone vengono lasciate morire in mare senza un sistema di ricerca e soccorso efficace. La Guardia Costiera libica ha il mandato di intercettare le persone e riportarle nei luoghi da cui fuggono, dove subiscono violenze di ogni tipo. Ma in giornate come questa, non si sono nemmeno presentati per operazioni di salvataggio o per recuperare i corpi”, ha detto Gil.