
Muhammed Lamin Camara, un bambino di 5 anni che viveva in Valle d’Aosta, è stato sottratto dalla madre durante un incontro protetto. Il bambino era stato affidato agli zii materni su ordine del tribunale, ma la madre, una 29enne del Gambia, lo ha portato via e ha fatto perdere le proprie tracce.
La disperazione della famiglia
L’allarme è stato lanciato dalla zia del bambino, originaria di Châtillon. “Siamo disperati, il bambino non vuole stare con la mamma. Abbiamo provato a lasciarlo solo con lei, ma lui piangeva e voleva andarsene. Non riusciamo a comprendere come sia potuto accadere tutto ciò e soprattutto come sia possibile che nessuno abbia assistito alla fuga”, dice a La Stampa. Si ipotizza che la donna abbia come obiettivo di arrivare in Francia, passando prima per Torino. Al momento della scomparsa, Muhammed, dalla pelle scura, indossava pantaloni della tuta blu, una maglietta bianca a maniche corte e scarpe Adidas rosse.
Gli incontri protetti
Due volte alla settimana – racconta la zia – una volta al Consultorio di Châtillon, una seconda volta ad Aosta, accompagnavano Muhammed agli incontri con la madre, che vive in una casa di accoglienza per donne con problemi ad Aosta. “Lo abbiamo lasciato alle 11:30 e siamo tornati a prenderlo alle 14:30. Giovedì, quando siamo arrivati alle 14:30, madre e bambino non c’erano più. L’educatore ci ha detto che stavano arrivando, erano usciti un attimo. E invece non si sono più rivisti”. L’intenzione della donna di fuggire è evidente dal fatto che nella sua camera erano spariti tutti i vestiti ed effetti personali. “Siamo molto preoccupati che possano fuggire all’estero. Di sicuro è stata aiutata, anche perché la mamma parla pochissimo l’italiano, mentre il bambino conosce bene la lingua, dopo un anno di scuola dell’infanzia”, continua la zia.
La situazione familiare
Muhammed compirà 5 anni ad agosto. Il padre si trova in Africa e la situazione della famiglia è complessa. “C’è stato anche un ricovero sociale per due settimane, nostro nipote aveva bisogno di cure, era trascurato, insomma”, dice ancora la zia. Da marzo 2023, la vicenda di Muhammed è seguita da una équipe multidisciplinare composta da educatore, assistente sociale, psicologo e mediatore interculturale, su mandato del Tribunale dei minori. Da circa due mesi i giudici hanno deciso per la collocazione del bambino agli zii materni e l’attivazione di visite protette, pur senza sospendere la responsabilità genitoriale della madre, ha fatto sapere l’assessorato regionale alla sanità.
Secondo l’assessorato regionale alla Sanità, “la sottrazione del minore non è avvenuta nel corso di un incontro protetto, ma di un incontro libero tra madre e figlio, in ossequio a quanto stabilito dal Tribunale. L’assessorato auspica un rapido ritrovamento del bambino, nel superiore interesse rispetto al benessere e alla serenità del piccolo”.