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Signorelli e Diabolik, spuntano gli audio dell’amicizia “pericolosa”: razzismo, ultrà e neofascismo

Pubblicato: 08/06/2024 19:04

Paolo Signorelli, portavoce del ministro Francesco Lollobrigida, si trova al centro di una tempesta mediatica dopo che sono emerse conversazioni compromettenti con Fabrizio Piscitelli, noto come Diabolik, figura di spicco nel panorama dell’ultras della Lazio e del neofascismo.
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Signorelli, nel tentativo di difendersi, ha dichiarato di non ricordare le conversazioni in questione, affermando che queste risalgono a molti anni fa e sono distanti dal suo pensiero attuale. Tuttavia, le chat divulgate da dipingono un quadro ben diverso.
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Le conversazioni tra Signorelli e Diabolik, avvenute anni fa ma riportate alla luce oggi, rivelano un legame stretto e confidenziale tra il portavoce del ministro e uno dei criminali più potenti dell’Urbe. Signorelli non solo sembra essere stato vicino al mondo degli ultras, ma sembra aver condiviso e addirittura consigliato azioni xenofobe e neofasciste

La curva e il razzismo

Diabolik vuole contrastare il “sistema” che penalizza la Lazio in campo. L’unica soluzione per il capo ultrà sono gli ululati xenofobi: «L’unica cosa che dà fastidio a questo sistema sono gli ululati, ecco a noi ci dà fastidio che ci rubano le partite». «L’unica soluzione è fare gli ululati», conferma in un vocale Signorelli. Poi aggiunge «ululato sarà» il 29 dicembre del 2018. Nella conversazione presenti anche riferimenti ai cugini romanisti definiti «giudei» ed «ebrei», da parte di Signorelli.

Altra conversazione tra i due è quella avvenuta quando alcuni membri della Curva Nord dell’Inter sembrava avessero collaborato con la polizia, facendo i nomi di altri tifosi (laziali) successivamente arrestati. «Questi dell’Inter hanno fatti i nomi aho, hanno fatto beve uno, pesante. Almeno rompiamo il gemellaggio, non famo i fracichi», scrive Signorelli. Piscitelli è d’accordo, ma non al punto tale da dover rompere il legame con il gruppo ultras interista Boys (neofascista come gli Irriducibili) perché, gli spiega, a fare l’infame, è stato solo uno.

L’aperitivo fascista

A gennaio del 2019, Piscitelli intende organizzare un aperitivo fascista. Si tratta di una riunione di beneficenza che sostiene, senza menzionare esplicitamente il cognome, la causa di Gilberto Cavallini, affiliato ai Nar, il gruppo terrorista responsabile della strage di Bologna negli anni Settanta e Ottanta. “Aperitivo tra camerati più tardi, daje. Tutti presenti,” dice Piscitelli in un messaggio vocale. “Io vado via oggi e domani, ci vediamo domani a pranzo tra camerati e laziali,” risponde Signorelli. “Certo però manda un po’ di camerati (all’aperitivo fascista, ndr) perché è una raccolta fondi. È importante,” sottolinea. “Gilberto?” chiede a Piscitelli, che è già a conoscenza dell’evento di solidarietà nero. “Bravo, bravo, daje, passa parola,” si raccomanda Diabolik. “Ok — lo rassicura Signorelli — è una fratello di famiglia.”

Acca Larenzia

Piscitelli negli anni si è sempre più identificato con l’ideologia neofascista. Intende dunque contribuire alla commemorazione della strage di Acca Larenzia avvenuta il 7 gennaio 2019. Rivolge la sua richiesta di supporto a Signorelli. Acca Larenzia è la strada a Roma dove si trovava la vecchia sede del Msi, dove nel 1978 tre membri del Fronte della Gioventù furono uccisi da un gruppo di terroristi rossi. La commemorazione di quei tre omicidi è un rituale per la comunità dell’estrema destra, una cerimonia a cui partecipano centinaia di sostenitori del neofascismo, che, con il grido di “presente” e il braccio teso, ricordano quell’atto di violenza. Diabolik è determinato a partecipare e vuole coinvolgere alcuni compagni. “Senti Paolì noi lunedì il presente lo facciamo alle nove, chiami tutti gli altri perché dobbiamo essere un bel gruppo”. “Io alle 20.30 sto là“, Risponde Signorelli.

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