
La mattina dell’8 maggio, alle 5:37, Simone Borgese, 39 anni, si è svegliato e ha condiviso sul suo profilo Facebook un video toccante dalla pagina Instagram “Il mondo dei piccoli”. Il video, accompagnato da una musica suggestiva, mostra un bambino che gioca con il nonno, coprendolo di adesivi. Il commento recita: “Chi ha i nonni è ricco e non lo sa”. Poco dopo, alle 6:20, Borgese ha postato un altro video dedicato a Cala Mariolu, la spiaggia più bella d’Europa.
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Questi sono stati gli ultimi post sui social di Borgese prima che, secondo l’accusa della procura di Roma, uscisse di casa e violentasse una studentessa di 26 anni adescata alla fermata del bus alla Magliana. Con la scusa di chiedere informazioni stradali, Borgese ha convinto la ragazza a salire in auto, iniziando poi una manipolazione subdola: «Mi ha fatto sentire in colpa perché non lo avevo aiutato – ha dichiarato la vittima – non ero più lucida. Poi mi ha ricattato. Mi ha preso il cellulare e mi diceva così: se lo rivuoi devi farmi quello che ti dico. Io temevo che se avessi reagito avrei fatto una brutta fine».
Dopo la violenza
Dopo la violenza sessuale, Borgese, ora agli arresti domiciliari, è fuggito a bordo della sua Multipla grigia, tornando alla sua vita quotidiana come se nulla fosse successo. A casa, ha proseguito la sua routine insieme alla fidanzata, preparandosi per un’altra giornata lavorativa come manovale. Il giorno successivo alla violenza, il 9 maggio, tutto sembrava tornato alla normalità anche sui social: alle 19:45 ha pubblicato un video su un lavoro di muratura, e alle 20:45 ha condiviso una ricetta di tonnarelli cacio e pepe accompagnata dalle note di “La vie en rose”. Un minuto dopo, ha pubblicato un’altra ricetta, quella della carbonara alla ‘nduja.
Oltre a una foto del dicembre 2023 con i capelli appena tagliati, gli unici post personali sul profilo di Borgese sono dedicati al nonno scomparso e al padre. “Sento un vuoto dentro di me che non potrò mai colmare”, ha scritto Borgese, dedicando un ricordo al padre per il suo compleanno: “Oggi avresti fatto 62 anni, non sei mai stato un tipo festoso ma tu eri fatto così. Ti avrei regalato un pacchetto di Marlboro, saresti stato contento. Capita spesso di pensarti tanto, spero un giorno di rivederti”. Quando nel 2015 Borgese venne arrestato per aver violentato una tassista, in tribunale si difese accusando proprio il padre: “La mia infanzia è stata difficile – disse in lacrime l’imputato – Mia mamma andò via di casa quando ero piccolo. Mio padre la picchiava e io ho assistito spesso alle violenze. Quando ancora ero un ragazzino ho subito capito che mi serviva un aiuto psicologico, ma le condizioni economiche della mia famiglia non me lo hanno permesso”.
Il precedente
Nonostante tutto ciò, Borgese era riuscito a costruirsi una vita: “Con la mia ex compagna speravo di creare la famiglia che non ho mai avuto. Abbiamo avuto una figlia, ero felice, ma la precarietà economica mi ha portato a vivere in casa con mio padre e i problemi sono ricominciati”. Prima è arrivato il consumo di cocaina, poi la violenza sessuale. “Le ho detto di portarmi a Ponte Galeria, ma durante il tragitto sono stato preso da un raptus”, aveva raccontato di quanto accaduto l’8 maggio 2015. Nove anni dopo, sempre nello stesso giorno, è avvenuta la nuova violenza per la quale è stato arrestato tre giorni fa dai poliziotti del Distretto di San Giovanni.