
Emmanuel Macron, presidente francese, ha deciso di indire nuove elezioni per l’Assemblea Nazionale il prossimo 30 giugno, dichiarando fermamente che non si dimetterà nemmeno in caso di sconfitta. L’obiettivo è chiaro: ottenere una “maggioranza netta” per portare avanti il suo programma fino alla fine del mandato. Nonostante il suo ottimismo, i sondaggi non sono dalla sua parte, con Rassemblement National al 35%, il Front Populaire al 25%, e la sua coalizione attuale bloccata al 18%. Intanto, i repubblicani si avvicinano a Marine Le Pen, gettando il partito in un momento di grande incertezza.
Scenari preoccupanti
La situazione politica francese è molto tesa e gli scenari che si profilano non sono rassicuranti. Sylvie Goulard, presidente dell’Istituto Franco-Tedesco di Ludwisgburg, ha delineato due possibili sviluppi post-elettorali. Il primo vede il Rassemblement National vincere con Jordan Bardella come primo ministro, mentre il secondo scenario prevede un parlamento senza maggioranza chiara, costringendo Macron a governare con l’articolo 49.3 della Costituzione, già utilizzato in passato per superare stalli politici. Questo porterebbe a una situazione instabile e potenzialmente a proteste diffuse.

L’incognita dell’Europa
Le conseguenze di queste elezioni non si limitano alla Francia, ma potrebbero avere ripercussioni significative sull’intera Unione Europea. Una vittoria di Bardella e Marine Le Pen potrebbe spingere la Francia verso una posizione euroscettica, mettendo a rischio la stabilità dell’Unione. Goulard avverte che, sebbene il Rassemblement National possa inizialmente cercare di moderare le proprie posizioni come ha fatto Giorgia Meloni in Italia, esiste il rischio che il partito si trasformi in un “cavallo di Troia” all’interno dell’Europa, minacciando le fondamenta stesse dell’Unione.
Anche sul fronte delle alleanze politiche, la situazione è complicata. Il tentativo di collaborazione tra il Rassemblement National e il partito Reconquête di Eric Zemmour è fallito. Inoltre, i principali partiti di sinistra, tra cui il Partito Socialista e i Verdi, stanno cercando di presentare candidature uniche, ma la scelta di un leader resta ancora incerta. Nel frattempo, le manifestazioni contro l’estrema destra continuano a infiammare le piazze francesi, ricordando il clima del 2002, quando Jean-Marie Le Pen arrivò al ballottaggio presidenziale.
Con la Francia sull’orlo del caos politico, le ripercussioni per l’Europa potrebbero essere profonde e durature. La stabilità del continente è legata all’esito di queste elezioni, e la posta in gioco non è mai stata così alta.