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Napoli, ospedale nelle mani del clan Contini: 11 arresti

Pubblicato: 12/06/2024 11:00

L’ospedale San Giovanni Bosco di Napoli è al centro di un’indagine della Procura di Napoli, già coinvolto in una maxi operazione nel 2019. All’epoca, il clan Contini fu al centro di un’operazione che coinvolse l’intera Alleanza di Secondigliano, inclusi i clan Licciardi e Mallardo, con 126 misure cautelari emesse (89 in carcere e 36 ai domiciliari) e il sequestro di beni per un valore di 130 milioni di euro. Gli investigatori hanno delineato i rapporti del clan Contini con altri gruppi criminali di Napoli e scoperto che avevano intestato fittiziamente due società di noleggio auto a prestanome per eludere i sequestri.
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L’inchiesta ha rivelato un quadro allarmante riguardante l’ospedale San Giovanni Bosco, dove il clan Contini esercitava un’influenza significativa sulla gestione funzionale della struttura. Secondo il collaboratore di giustizia Vincenzo Iuorio, ex affiliato al clan Sautto-Ciccarelli, i Contini controllavano il parcheggio, la mensa e lo spaccio all’interno dell’ospedale. Iuorio ha raccontato di un episodio del 2018 in cui, dopo un grave incidente stradale che coinvolse una parente del boss Sautto, il clan del Parco Verde si rivolse ai Contini per ricevere un trattamento preferenziale in ospedale. I medici mettevano a disposizione dei membri del clan i camici e permettevano loro l’accesso anche in terapia intensiva.

Gli arrestati dell’ultimo blitz dei carabinieri

Nell’ultimo blitz, i carabinieri hanno arrestato Ciro Aieta, Carmine Botta, Giuseppe Buccelli, Gennaro De Luca, Gaetano Esposito, Luigi Perrotta e Domenico Scutto. Agli arresti domiciliari sono finiti Eugenio Finizio, Raffaele Schiano e Luca Botta, mentre un 45enne, ritenuto cassiere del clan, è attualmente irreperibile. I vertici del clan Contini hanno gestito il potere criminale con metodi degni di “statisti dell’antistato”. Secondo il giudice Federica Colucci, la potente organizzazione si è impossessata di interi settori commerciali e imprenditoriali, nonché di strutture pubbliche nevralgiche come gli ospedali più importanti di Napoli.

Questi luoghi venivano utilizzati non solo per organizzare summit criminali o ricevere vittime di usura o estorsioni, ma anche come strumenti per esercitare il loro potere mafioso. La famiglia Contini è diventata una vera e propria impresa criminale, investendo capitali e appropriandosi di attività economiche a Napoli e oltre, dimostrando una lungimiranza criminale capace di superare le repressioni giudiziarie e delle forze dell’ordine. L’Alleanza di Secondigliano, iniziata negli anni ’90, ha continuato la sua espansione nonostante gli sforzi della magistratura e delle forze dell’ordine, mostrando un’intelligenza strategica degna di veri statisti del crimine.

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Ultimo Aggiornamento: 14/06/2024 12:37

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