
Viviamo in un’epoca difficile. Le sirene di una propaganda che ormai ci sommerge da decenni hanno lasciato il segno, come era inevitabile. E hanno gettato nell’apatia e nella confusione un gran numero di cittadini. A furia di ripetere che la politica è una cosa sporca e i politici sono cattivi e colpevoli di ogni male, si è distrutto un tessuto sociale partendo dall’alto. Perché, ci piaccia o no, la politica continua a decidere i nostri destini. E continuerà a farlo comunque, perché non esiste una società che non sia guidata da istituzioni. Di qualsiasi tipo siano. Ecco perché l’astensione dal voto, che ormai riguarda una buona metà della popolazione, finisce per favorire proprio quelli che, secondo alcuni, dovrebbe andare a colpire. E permette un controllo sempre più stringente da parte delle lobbies economico-finanziarie, dei “professionisti” della politica, dei gruppi di potere più presenti sui territori. Una cosa che molti non sanno, per esempio, è che proprio l’astensione porta a un aumento delle percentuali attribuite ai partiti nelle diverse consultazioni elettorali. Il paradosso è che perdono voti, ma possono cantare vittoria perché i loro risultati percentuali risultano in miglioramento. (continua dopo la foto)

Illudersi che una bassa percentuale di affluenza alle urne possa cambiare qualcosa è semplicemente ingenuo. Alle Europee ha votato meno del 50% degli italiani, con 24 milioni di astenuti, ma questo dato è stato ignorato da tutti, a partire dal Presidente della Repubblica. A parte qualche dichiarazione di circostanza che si ripete ogni volta, il mondo della politica tira dritto. Senza subire alcun contraccolpo dall’astensionismo, anzi, venendone paradossalmente legittimato. Se andiamo a guardare i risultati numerici delle Europee appena concluse, lo possiamo comprendere meglio. Perché scopriamo, per esempio, che Giorgia Meloni e i suoi hanno potuto celebrare un grande successo elettorale per aver superato il 28% delle preferenze. Più che alle scorse politiche. Solo che se si va a controllare il numero dei cittadini che hanno votato FdI, si scopre che il partito di maggioranza in poco tempo ha perso 700.000 voti per strada. A “vincere” queste Europee, se si vanno a contare i voti reali, è stato invece il Pd di Elly Schlein, che ha guadagnato 160.000 voti, riducendo il Gap da FdI a meno di un milione di elettori. 160.000 non è un numero particolarmente grande, ma se la gente non va a votare assume un peso enorme. (continua dopo la foto)

Anche Schlein, però, ha visto salire del 5% circa la percentuale del suo partito solo grazie all’astensionismo. Se gli italiani fossero andati a votare, quei 160.000 voti in più avrebbero spostato dell‘1 o 2% massimo il risultato del Pd. Più in piccolo, questo fenomeno riguarda tutti i partiti: Forza Italia, considerata vincente alle urne per il sorpasso alla Lega, in realtà ha perso 60.000 voti rispetto alle politiche. La Lega e i 5Stelle, invece, sono risultati i veri sconfitti. Il Carroccio ha lasciato per strada 400.000 voti, mentre i grillini addirittura 2 milioni. Mentre l’unione fra Verdi e Sinistra ha registrato un boom, con 500.000 voti guadagnati e la discussa elezione al Parlamento europeo di Ilaria Salis. Il punto, comunque, è uno solo: chi si è astenuto, ha liberato la strada alle lobbies economiche e politiche che invece, a votare, ci vanno sempre insieme al loro “popolo”. Formato da persone che ancora credono alle idee e alla politica, ma anche da chi trae vantaggi da questo stato di cose. Se meno gente si reca alle urne, risulta più facile fare eleggere i candidati “giusti”, quelli preferiti dalle segreterie di partito o da chi ha più potere economico. E risulta anche possibile far passare per vittorie o per trionfi quelli che, numeri alla mano, non lo sono affatto. E su questo bisognerebbe riflettere. Anche perché il voto è un diritto conquistato dai nostri avi con battaglie di sangue. E ci vuol poco a farselo portare via.