
Monza – Dopo oltre 16 mesi trascorsi in Ungheria, l’eurodeputata Ilaria Salis è tornata oggi in Italia, accolta dai suoi genitori nella loro casa di Monza. La Salis, esponente di Alleanza Verde e Sociale (Avs), era stata arrestata a Budapest nel febbraio 2023 con l’accusa di aver partecipato a due aggressioni contro militanti di estrema destra. Il ritorno a casa segna la conclusione di una complessa vicenda legale e politica che ha tenuto con il fiato sospeso l’opinione pubblica italiana ed europea.
La Salis, 34 anni, è stata fermata a Budapest durante una manifestazione di protesta contro il governo ungherese, guidato dal premier Viktor Orbán, noto per le sue posizioni controverse e autoritarie. La manifestazione, organizzata per denunciare la crescente ondata di violenza politica nel paese, si è conclusa in modo drammatico per l’eurodeputata italiana.
Secondo le accuse delle autorità ungheresi, Ilaria Salis avrebbe preso parte a due attacchi violenti contro attivisti di estrema destra, avvenuti rispettivamente il 12 gennaio e il 25 gennaio 2023. Le vittime hanno riportato lesioni gravi e sono state ricoverate in ospedale, sollevando una forte reazione da parte dei gruppi di destra ungheresi che hanno chiesto a gran voce un’azione legale contro la Salis e gli altri presunti responsabili.
L’eurodeputata ha sempre rigettato le accuse, sostenendo di essere stata vittima di una campagna di diffamazione orchestrata per indebolire il movimento di opposizione al governo Orbán e screditare la sua figura politica. “Sono stata accusata ingiustamente. Ho sempre lottato per la democrazia e i diritti umani, e non ho mai usato la violenza come strumento di lotta politica”, ha dichiarato la Salis in una delle sue poche interviste rilasciate durante il periodo di detenzione.
Proprio in seguito al suo arresto, la vicenda ha avuto una svolta significativa. La Salis ha deciso di candidarsi al Parlamento Europeo alle elezioni del 2024, ottenendo un ampio sostegno da parte di elettori e colleghi politici che hanno visto in lei un simbolo di resistenza contro le ingiustizie. La sua candidatura ha attirato l’attenzione internazionale, portando a una campagna elettorale segnata da un forte impegno per i diritti umani e la giustizia sociale. Nonostante le difficoltà e le accuse pendenti, Ilaria Salis è stata eletta eurodeputata, riuscendo a rappresentare una voce critica e autorevole nel contesto europeo.
L’Unione Europea ha monitorato da vicino l’evolversi della vicenda, chiedendo un processo equo e il rispetto dei diritti fondamentali per Ilaria Salis. Diversi eurodeputati e organizzazioni per i diritti umani hanno espresso preoccupazione per il caso, accusando le autorità ungheresi di abuso di potere e di utilizzo della giustizia come mezzo per reprimere l’opposizione politica.
Dopo oltre un anno e mezzo di detenzione preventiva, un tribunale ungherese ha infine ritenuto insufficienti le prove a carico della Salis e ha deciso di archiviare il caso, consentendole di tornare in libertà. L’eurodeputata è tornata in Italia con un viaggio in auto da Budapest, un percorso simbolico che rappresenta la chiusura di un capitolo doloroso della sua vita.
La sua vicenda continua a essere un esempio di come la politica e la giustizia possano intrecciarsi in modi complessi e spesso ingiusti, ma anche di come la determinazione e la forza di volontà possano superare le difficoltà più grandi.