
Giorgia Meloni è uscita furiosa dal G7. Il comportamento di Macron e di Scholz, che hanno trasformato l’incontro internazionale di Roma in un’occasione per fare campagna elettorale – con tanto di attacco frontale al governo italiano – è stato inaccettabile per la nostra Premier. A pesare, e molto, sull’andamento del G7 sono stati i risultati delle elezioni Europee. La disfatta interna dei leader tedesco e francese hanno causato un terremoto da cui i due interessati non sanno bene come uscire. E il successo di Meloni e Le Pen, e delle destre in generale, ha spinto le altre forze presenti a Bruxelles a reagire nel modo più “facile”: dopo aver incassato il colpo, ora cercano di concludere le nomine alle alte cariche dell’Unione Europea escludendo del tutto i partiti di quella che viene definita la “destra populista”. Per Giorgia è uno smacco difficile da mandare giù. (continua dopo la foto)
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La nostra Premier ha fatto di tutto per essere accettata nel salotto buono di Bruxelles. Si è accodata fedelmente alle politiche atlantiste e ai desiderata che arrivavano dagli Stati Uniti sulla guerra in Ucraina, ha assunto posizioni moderate in politica estera. Ha avviato un dialogo con Von der Leyen. E ora tutto questo sembra non essere servito a nulla. Perché, ormai è evidente, si è venuto a formare un asse fra chi in Italia rispolvera il “pericolo fascista” e chi in Europa, per salvare le proprie posizioni in politica interna, vuole escludere dai giochi che contano a Bruxelles sia lei, sia la Le Pen. E in generale il gruppo dei conservatori di Ecr. L’Italia è sotto tiro. Proprio perché il nostro governo ha ottenuto, unico in Europa, un indubbio successo elettorale. E perché in questi anni, si è rivelato affidabile. Per paradosso, proprio l’affidabilità e la moderazione su cui Meloni ha puntato si rivelano un boomerang. E gli attacchi da parte delle istituzioni europee suonano quasi incredibili, alla luce di quelle che sono state le politiche del governo italiano. Non è bastato Scholz che ha bollato il governo italiano come “estremista“. (continua dopo la foto)

Ieri il portavoce della commissione Europea Eric Mamer, intervistato dai giornalisti di Piazza Pulita, ha detto che “la Ue condanna condanna la simbologia fascista“, collegandosi all’ennesimo servizio di Fanpage sui saluti romani dei giovani militanti di Fratelli d’Italia. Nella narrazione della sinistra italiana e di una parte considerevole dei partiti del Parlamento Europeo, sembra che nel nostro Paese sia tornato il Duce e che per le strade marcino le camice nere. Meloni non se lo aspettava. La sua fedeltà all’Alleanza Atlantica sulla questione Ucraina sembra non contare nulla. E ora la nostra Premier si trova fuori dai giochi in Europa, perché con ogni probabilità Von der Leyen finirà per essere rieletta senza bisogno dei suoi voti. E l’isolamento delle destre nel Parlamento europeo crea una situazione inedita. Soprattutto se Le Pen dovesse vincere le elezioni in Francia. Perché con Marine e Giorgia al governo di due dei Paesi più importanti del continente, ma isolate e reiette a Bruxelles, si potrebbe creare una spaccatura profondissima in seno all’Europa. Con conseguenze imprevedibili.