
Maternità e lavoro difficili da conciliare? Il problema sembrerebbe essere di facile risoluzione per una multinazionale che produce nastro da imballaggi e ha chiuso la questione semplicemente non rinnovando il contratto a una sua dipendente dopo l’annuncio della gravidanza. Ma non solo, a fare ancora più clamore le parole che avrebbe pronunciato il responsabile delle risorse umane dello stabilimento Vibac di Bazzano, vicino L’Aquila, che ha paragonato la lavoratrice a un’auto aziendale. La vicenda, raccontata da Il Fatto Quotidiano, è ora al centro di una disputa legale che verrà affrontata dal tribunale del lavoro.
“Il lavoratore interinale? È come una macchina aziendale. Se si ferma, lo sostituiamo con una telefonata. È brutto da dire, ma funziona così. Con questa spada di Damocle sulla testa, comunque, si riesce a inquadrare un pochino le persone” queste le terribile parole pronunciate dal responsabile.
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La vicenda
La donna era stata assunta nel settembre 2023 tramite un’agenzia di somministrazione. Nei dialoghi i lavoratori precari venivano paragonati alle auto aziendali: “Con il determinato se non ti dovesse piacere, ma non è il tuo caso, hai modo di mandarlo via quando scade il contratto”. E ancora: nel ricorso si legge anche che “la valutazione del lavoratore a tempo indeterminato è infatti limitata a due mesi mentre la società per sua stessa ammissione estende la durata della prova a dismisura discriminando i lavoratori assunti a tempo determinato che subiscono una “prova” ben superiore a quella dei lavoratori a tempo indeterminato per il solo fatto di essere impiegati con tale tipologia contrattuale”. Ora arriva la richiesta dei legali: la richiesta fatta al giudice è quella di ordinare l’assunzione a tempo indeterminato della lavoratrice in maternità.