
Il caso di Alex Bonucchi, il giovane tecnico specializzato di Nonantola, morto nel 2021 in Algeria durante un viaggio di lavoro, è stato recentemente portato all’attenzione del Parlamento italiano. La morte del giovane è stata ‘archiviata’ dal tribunale algerino come ‘naturale’, conseguente ad un malore nonostante vi siano due autopsie che affermano il contrario. La madre di Alex, Barbara degli Esposti, ha lanciato un appello disperato per ottenere giustizia per suo figlio. La deputata modenese del Movimento 5 Stelle, Stefania Ascari, ha raccolto questo appello e ha presentato un’interrogazione a risposta scritta al ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale. L’interrogazione chiede chiarimenti e azioni concrete per fare luce sulle circostanze della morte di Alex e per assicurare che venga fatta giustizia.
“Il caso di Alex Bonucchi rappresenta una dolorosa vicenda che richiede un attento esame e una risposta adeguata dalle istituzioni italiane per assicurare verità e trasparenza, ma soprattutto giustizia per il nostro concittadino”, afferma Ascari. “La Procura di Roma – prosegue – ha avviato un’inchiesta per omicidio colposo nei confronti del legale rappresentante dell’hotel, ma la sentenza finale ha assolto l’indagato, dichiarando che «la morte della vittima è stata causata da una scossa elettrica» ma che «il decesso è dovuto alle condizioni cardiache della vittima – afferma Ascari. La madre della vittima, Barbara Degli Esposti, ha denunciato varie irregolarità e incongruenze nelle indagini, tra cui il fatto che la salma del figlio sia stata restituita senza cuore e polmone destro, trattenuti per accertamenti di cui non ha mai ricevuto esito”.
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La morte
Il 4 gennaio del 2021 Alex, che si trovava in Algeria come dipendente della ditta Sacmi di Imola, decide di rilassarsi nella piscina dell’hotel alla fine di una giornata di lavoro; dopo aver appoggiato la mano a una parete nell’uscire dall’acqua, per la presenza di un filo scoperto, resta folgorato, all’età di 25 anni. Seguono due autopsie, una algerina e una italiana, che dimostrano inequivocabilmente il decesso per folgorazione. Eppure la sentenza emanata dal tribunale di Algeri a febbraio di quest’anno assolve i titolari della struttura e decreta che la morte di Alex sia ascrivibile ad un malore. L’aggancio per parlare di malore è stata la scatola di calmanti per tachicardia di cui talvolta Alex faceva uso e che teneva sul comodino nella camera dell’albergo. Nessuna proposta di risarcimento è arrivata dai titolari dell’albergo. La giustizia italiana invece si è dimostrata indifferente.