
Come mai tanti, troppi, giovani sportivi si ammalano di tumore? Se lo sono chiesti anche alla Procura di Bolzano da dove è partita una grande inchiesta che ha portato alla scoperta di un traffico di sostanze dopanti per gli atleti, e al successivo arresto di sette persone da parte dei carabinieri dei Nas di Trento. I tumori degli sportivi nella letteratura scientifica sono infatti collegati proprio all’uso massiccio di doping.
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I carabinieri del Nas di Trento hanno dunque eseguito sette ordinanze di custodia cautelare, tra Roma (due in carcere e una ai domiciliari) Milano (tre in carcere) e Bolzano (una in carcere), nei confronti di sei uomini e una donna. Nel capoluogo lombardo è stato inoltre scoperto un deposito con più di duemila confezioni di anabolizzanti, dal valore di mercato di più di 100mila euro.

Le indagini sull’enorme traffico di doping
Secondo l’accusa, protagonisti del traffico di doping sarebbero un bodybuilder e personal trainer che lavora in una palestra molto frequentata proprio dai giovani. Quest’ultimo si sarebbe occupato di acquistare le sostanze dopanti richieste da moltissimi atleti, consegnandole come fermo posta presso una grossa catena di spedizioni. Nomi di mittenti e destinatari erano ovviamente falsi, proprio per non farsi identificare. I carabinieri hanno dunque pedinare materialmente un cliente che aveva appena ritirato le sostanze.
Il gruppo operante in Trentino Alto Adige si riforniva principalmente a Roma. I carabinieri del Nas sono quindi risaliti ad una coppia che faceva spedizioni giornaliere in tutta Italia con la complicità del titolare del negozio. Una volta scoperta la fonte romana, gli accusati avrebbero deciso di spostare il loro commercio illecito a Milano. Il giro d’affari dei pacchi inviati avrebbe generato un introito mensile tra i 55mila e i 65mila euro.