
Rishi Sunak ha espresso preoccupazioni significative sulla possibilità di perdere non solo il governo, ma anche il proprio seggio da deputato. Se ciò accadesse, sarebbe la prima volta nella storia che un premier uscente non riesce nemmeno a mantenere il suo posto in parlamento, oltre a essere sconfitto alle urne. Questa prospettiva è alimentata da sondaggi che indicano una notevole flessione del sostegno per i conservatori, con il partito che rischia di scendere a soli 60 seggi, ben al di sotto degli attuali 355.
Boris Johnson, noto per la sua rivalità con Sunak, è intervenuto nella campagna elettorale affermando che i dissidi personali contano poco di fronte ai rischi che corre il partito conservatore. Mel Stride, ministro del Lavoro conservatore, ha parlato apertamente di una “vittoria senza precedenti” per il Labour, mentre l’ex ministra Suella Braverman, che ambisce a guidare i Tories in caso di sconfitta, ha ammesso: “Per noi è finita”.
Oggi, il Regno Unito va alle urne e l’unico interrogativo è quanto sarà ampia la vittoria del partito laburista. I sondaggi indicano un vantaggio del Labour tra i 40 e i 23 punti percentuali, anche se il vantaggio si è leggermente ridotto negli ultimi giorni a causa delle campagne dei conservatori su presunti aumenti delle tasse e la minaccia di una dittatura della sinistra.
Secondo il modello di Electoral Calculus, il Labour è altamente probabile che ottenga una maggioranza significativa, con previsioni che variano da 331 a 510 seggi. Questo modello, basato su sondaggi recenti, indica che il partito conservatore potrebbe vedere una drastica riduzione dei seggi, passando da 376 nel 2019 a una stima tra 22 e 157 nel 2024. Inoltre, i Liberal Democrats e il Reform UK di Nigel Farage potrebbero ottenere un numero di seggi maggiore rispetto alle precedenti elezioni, con i Liberal Democrats che potrebbero arrivare a 83 seggi e il Reform UK fino a 7 seggi.
L’ultima dichiarazione di Sunak è stata mesta: “Accetterò la responsabilità di una sconfitta”. Se perderà il seggio, si prevede che si trasferirà in California, come fece quando era solo un ricco banchiere. Dall’altro lato, il leader laburista Keir Starmer si prepara a diventare il nuovo primo ministro, con un vantaggio stabile nei sondaggi e una probabile maggioranza parlamentare. Nel suo ultimo comizio, Starmer ha cercato di rassicurare gli elettori delusi dai conservatori: “Non prevedo che il nostro Paese rientrerà nell’UE durante l’arco della mia vita”.
Con queste previsioni, il Labour si appresta a formare un nuovo governo, ponendo fine a 14 anni di governi conservatori e segnando un cambiamento significativo nella politica britannica.