
Durante l’autopsia sul corpo di Annibale Miarelli, il consulente nominato dalla Procura di Benevento ha richiesto che l’arma del delitto fosse portata immediatamente sul posto per poterla confrontare con le ferite presenti sul cadavere. Questa richiesta è stata formulata nel contesto dell’autopsia eseguita da Emilio D’Oro, su incarico del pm Amalia Capitanio.
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Il movente dell’omicidio
Annibale Miarelli, un ex operaio in pensione di 68 anni, è stato brutalmente ucciso dal fratello Benito Miarelli, di 57 anni, che ha confessato il crimine. Benito è attualmente in carcere, difeso dall’avvocato Teodoro Reppucci. L’omicidio è avvenuto il 5 luglio a Pannarano, un piccolo comune della provincia di Benevento. Benito Miarelli ha confessato l’omicidio durante un interrogatorio in carcere, spiegando di aver agito sotto l’influsso di voci che gli avrebbero detto di uccidere il fratello.
La confessione ha scosso profondamente la comunità locale, composta da circa duemila abitanti, che è ancora sotto shock per l’accaduto. Annibale Miarelli si era trasferito a Pannarano sei mesi fa, dopo la morte della moglie, nella speranza di ritrovare serenità nei luoghi della sua infanzia. La tragedia si è consumata nella notte, quando Benito ha utilizzato un’ascia per uccidere e decapitare il fratello. L’abitazione dell’assassino e l’arma del delitto sono state sequestrate, e le indagini da parte dei carabinieri proseguono.
Questo evento ha sconvolto la tranquilla cittadina di Pannarano, mettendo in luce le drammatiche circostanze che hanno portato a questo atto di violenza fratricida. La Procura di Benevento sta lavorando per chiarire tutti i dettagli dell’accaduto, mentre la comunità cerca di elaborare il trauma subito.