
In un clamoroso colpo di scena degno di un thriller politico, il Nuovo Fronte Popolare (Nfp) di Jean-Luc Mélenchon ha stravolto i pronostici, ottenendo 182 seggi e aggiudicandosi il maggior numero di parlamentari alla prossima Assemblée Nationale. I risultati ufficiali, resi noti dal ministero dell’Interno, certificano una vittoria tanto eclatante quanto potenzialmente inutile: su 577 deputati, i rappresentanti del Nfp saranno 182. Ensemble, la coalizione guidata da Emmanuel Macron, si ferma a 168 seggi, mentre il Rassemblement National (Rn) di Marine Le Pen e Jordan Bardella, nonostante l’alleanza con una fazione dei Republicains, raccoglie 143 deputati.
Dimissioni rifiutate
Il verdetto delle urne ha scatenato una situazione di stallo senza precedenti. Macron, pur avendo vinto la scommessa di convocare elezioni anticipate dopo la batosta subita alle europee, si trova ora davanti a un intricato rebus politico: nessuno schieramento ha i numeri per governare da solo. Il prossimo 18 luglio, i deputati dovranno eleggere il presidente della Camera, un passaggio che potrebbe rivelare se è possibile costruire una coalizione di governo.
Il presidente Macron ha chiesto al premier Attal, che si era recato all’Eliseo per consegnare le sue dimissioni, di restare per il momento nel ruolo di primo ministro al fine di garantire una stabilità del Paese
La sorpresa elettorale
Secondo i dati ufficiali, il Nuovo Fronte Popolare ha conquistato 182 seggi, seguito da Ensemble con 168 e dal Rassemblement National con 143. Una situazione di equilibrio instabile che sembra uscita da una sceneggiatura cinematografica, dove ogni mossa potrebbe ribaltare le sorti del governo. All’interno del Nfp, la France Insoumise di Mélenchon domina con 74 deputati, affiancati da 3 dissidenti. Il Partito Socialista si aggiudica 59 seggi, gli Ecologisti 28, il Partito Comunista 9 e Generation.S 5. Nessuno ha raggiunto la maggioranza assoluta di 289 seggi, rendendo il Parlamento un campo di battaglia politico.
La strategia di Macron
Negli ultimi giorni, rumors sempre più insistenti avevano dipinto Macron come un maestro stratega con un piano segreto: dare l’incarico a Jordan Bardella come primo ministro, anche senza una maggioranza assoluta, per “vaccinare” i francesi contro Le Pen. Tuttavia, questa mossa si è rivelata un fallimento. Mélenchon ha escluso categoricamente qualsiasi alleanza con i macronisti: “La volontà del popolo deve essere rispettata. Il presidente deve accettare la sconfitta e chiedere al Nuovo Fronte Popolare di governare,” ha dichiarato.
Il futuro incerto
La partita si complica ulteriormente con le dichiarazioni contrastanti dei leader politici. Il socialista Olivier Faure ha aperto alla possibilità di una coalizione, mentre Raphael Glucksmann, capo di Place Publique, ha invocato la necessità di “comportarsi da adulti”. Macron, dal canto suo, si trova al centro di un gioco di alleanze che potrebbe definirsi solo nei prossimi giorni.
Il politologo Gilles Kepel ha spiegato al Quotidiano Nazionale che, nonostante tutto, Macron ha vinto la sua scommessa poiché la sua presenza resta cruciale per la formazione di una maggioranza. Kepel prevede una coalizione senza la sinistra radicale, composta da macronisti, repubblicani e sinistra moderata, simile a quella che governa l’Europa oggi. La desistenza elettorale ha impedito la vittoria del Rn, ma ha anche reso il Parlamento un terreno di scontro aperto.
Marine Le Pen e la presa di Matignon
Nel frattempo, Marine Le Pen non ha abbandonato le sue ambizioni. Nonostante il fallimento del “piano Matignon” di Jordan Bardella, Le Pen vede nella crescita del Rn, che ha raddoppiato i suoi seggi, un segnale positivo per il futuro. Con uno sguardo già rivolto alle presidenziali del 2027, Le Pen è pronta a continuare la sua corsa, sperando in una marea che continua a salire.
In questo clima di incertezza e tensione, la Francia si prepara a vivere settimane cruciali, in cui ogni decisione potrebbe cambiare il destino politico del Paese.