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Le Pen e la Destra hanno davvero perso? La verità sulle elezioni francesi che nessuno racconta

Pubblicato: 08/07/2024 10:30

Il secondo turno delle elezioni francesi si è chiuso, apparentemente, con il trionfo della sinistra, anche la più estrema, la “resistenza” non prevista di Macron e la sconfitta delle destre. O almeno è quello che stanno raccontando i giornali. Ma è questa la verità? Se si vanno ad analizzare i voti ottenuti dai partiti al secondo turno, la faccenda è molto più complicata. E c’entra il sistema elettorale francese, che ha permesso gli accordi di desistenza fra i partiti che avevano come obiettivo di frenare l’ascesa del Rassemblement National con il ritiro “tattico” di alcuni candidati della sinistra o moderati per far confluire i voti su un solo candidato anti-Le Pen. Il “trucco” ha funzionato e il partito più rappresentativo della destra francese è scalato al terzo posto per numero di parlamentari eletti. Tutto bene? Non proprio. Perché innanzitutto la Francia si è consegnata nelle mani di una estrema sinistra che, per alcuni aspetti, è ancora più radicale del partito guidato da Jordan Bardella. Con annesso uno strisciante antisemitismo esibito anche in campagna elettorale.
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Il leader dell’estrema sinistra francese Melenchon

Il caos francese, con Macron muto spettatore di un caos da lui stesso provocato, porta a una sostanziale ingovernabilità e, probabilmente, a un governo tecnico. Ma, soprattutto, fa sorgere domande importanti sui meccanismi democratici. Perché se si vanno a guardare i voti attribuiti a ciascuna lista al secondo turno, si scopre che pur avendo perso circa 500.000 elettori rispetto alla scorsa settimana il partito di Marine Le Pen continua a essere il più votato di Francia con il 32,05% dei consensi. Percentuale alla quale si aggiunge il 5% dell’Union de l’Extreme Droite, il 4,5% di altri partiti di stampo sovranista e, sia pure in opposizione a Le Pen, il 6,6% dei Repubblicani, che rappresentano la destra moderata. Quindi, circa il 48% dei francesi ha votato a destra. Mentre l’Unione Gauche, uscita vincitrice, ha il 25,6% dei consensi a cui si aggiunge un 2% dei partiti minori. Macron. da parte sua, raccoglie il 23,5%.

Metà della Francia ha scelto i partiti di destra, quindi, ma in Parlamento a dominare sarà la sinistra, pur avendo raccolto poco più della metà dei voti rispetto ai suoi antagonisti. In mezzo a questo paradosso, il partito di Macron, che sì è schierato apertamente contro Rassemblement ma, oggettivamente, non sembra potersi alleare con Melenchon. I programmi del tribuno dell’estrema sinistra sono altrettanto indigeribili per i moderati francesi di quelli di Bardella e Le Pen. Con “l’aggravante” di una totale apertura a un fenomeno migratorio che molti francesi vedono ormai come il fumo negli occhi. Ecco quindi che, secondo i numeri reali, la Francia si è spaccata in due, o forse sarebbe meglio dire in tre, e il partito di maggioranza relativa si trova a essere il meno rappresentato in Parlamento. A prescindere che questo destino sia capitato a Le Pen, si tratta di una situazione che obbliga a porsi domande sul modo in cui i sistemi elettorali permettano di manipolare la volontà della maggioranza dei cittadini. E non solo in Francia.

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Ultimo Aggiornamento: 08/07/2024 14:31

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