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Le Pen e Salvini entrano nel gruppo di Orban a Bruxelles. Nasce la “nuova destra” Europea. Il piano dei sovranisti

Pubblicato: 08/07/2024 15:15

Ora è ufficiale: il Rassemblement National, il partito di Marine Le Pen e di Jordan Bardella, ha deciso di aderire al nuovo gruppo parlamentare europeo fondato da Viktor Orban, denominato Patrioti per l’Europa. Già dal nome risulta chiara la strategia del Premier ungherese e dei suoi alleati: la nascita di una “nuova destra” euorpea di stampo sovranista che raccolga i partiti usciti parzialmente vincitori dalle ultime elezioni continentali. La nuova formazione, che potrebbe risultare la terza per numero di parlamentari a Bruxelles, rappresenta una novità assoluta da un punto di vista politico, perché è pensata in ottica sovranista e raccoglie tutte le forze che si oppongono in modo più deciso all’attuale classe dirigente dell’Unione Europea. Non va dimenticato poi che Orban è il politico europeo più vicino a Vladimir Putin, dal quale si è recentemente recato in visita (senza concordarla con i partner europei) generando sconcerto e riprovazione. Orban, per inciso, è anche l’attuale Presidente del Consiglio temporaneo dell’Unione, il che rende la sua posizione ancora più delicata.

La strategia del Presidente ungherese appare chiara. Da una parte, vuole proporsi come soggetto privilegiato per ottenere l’apertura dei negoziati di pace in Ucraina. Dall’altra, aspetta le elezioni presidenziali americane di Novembre nella speranza che Trump ne esca trionfatore. L’amicizia fra i due è nota, ed è stata suggellata da una visita del Premier magiaro al tycoon americano nello scorso mese di Marzo. Se Trump dovesse tornare alla Casa Bianca, ciò accrescerà notevolmente il prestigio di Orban e anche la sua forza negoziale e politica. Sul piano interno, invece, il neonato Patrioti per l’Europa assorbe completamente l’ex gruppo Identità e Democrazia, e riunisce sotto la stessa bandiera il partito della Le Pen, gli spagnoli di Vox, il Partito della Libertà austriaco capitanato da Herbert Kickl, i tedeschi di AfD, i portoghesi di Chega, il belga Vlaams Belang (partito presente nelle Fiandre e fortemente nazionalista e indipendentista), l’ex Primo ministro della Repubblica Ceca Andrej Babis e, ultimo ma non ultimo, Matteo Salvini con la sua Lega. Proprio la presenza di Salvini rappresenta una spina nel fianco per Giorgia Meloni, che oltretutto ora rischia di assumere un ruolo marginale nello scacchiere europeo.

L’Ecr, il gruppo dei conservatori a cui aderisce FdI, è scivolato al quinto posto per numero di deputati, alle spalle anche di Macron con il suo Renew. D’altra parte, proprio l’obiettivo di Orban e degli altri partiti che hanno aderito al suo progetto potrebbe rivitalizzare almeno un po’ la posizione di Meloni. I voti di Ecr potrebbero infatti essere utili al prossimo Presidente della Commissione, soprattutto perché la fedeltà di Giorgia garantirebbe il mantenimento delle posizioni pro Europa e filo Ucraina da parte del nostro Governo. Il Premier ungherese, in ogni caso, si prefigge di creare una minoranza ostruzionista all’interno dell’Unione Europea, così da sabotare il progetto di Bruxelles dall’interno e impedire l’avanzamento dell’integrazione europea. Con lo scopo non troppo nascosto di ridurre la Ue a una semplice comunione di beni. Anche se le destre sovraniste europee, e in particolare quella francese, non sono riuscite nell’intento di dare una spallata decisiva all’interno delle proprie Nazioni, il loro peso è cresciuto notevolmente dopo le ultime elezioni continentali. E l’indebolimento progressivo delle forze moderate, in atto un po’ dappertutto, potrebbe lasciar intravvedere scenari futuri imprevedibili. Scenari ai quali sinora le forze governative e conservatrici sono riuscite a mettere un argine. Ma il rischio che il coperchio della pentola a pressione europea esploda non è da sottovalutare.

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Ultimo Aggiornamento: 08/07/2024 15:19

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