
Pino D’Angiò, figura iconica della musica italiana degli anni ’80, è venuto a mancare dopo una brutta malattia. Oggi, 9 luglio, si sono tenuti i funerali a Napoli, la sua città natale. Molti artisti hanno espresso il loro cordoglio sui social media. In particolare, la band toscana emergente Bnkr44 ha omaggiato il cantante. Hanno avuto l’opportunità di duettare con lui durante l’ultima edizione del Festival di Sanremo, contribuendo a rilanciare il celebre brano “Ma quale idea”. L’ultima volta che i Bnkr44 hanno incontrato D’Angiò è stato il 12 giugno, durante le riprese del Tim Summer Hits, un evento che ora assume un significato ancora più speciale per la band. “Con lui ci trovavamo benissimo. Noi viviamo di ironia e a Sanremo ci siamo trovati davanti a una persona che lo faceva ancor più di noi – hanno dichiarato i sei cantanti al Corriere della Sera – Era una persona ironica, ma anche saggia. Era capace di passare dalle battute più stupide a delle massime sulla vita che ci facevano riflettere”.
Leggi anche: Tim Summer Hits, stasera l’esibizione di Pino D’Angiò con i Bnkr44 non andrà in onda. Il comunicato
Il ricordo più dolce però, è quello del figlio Francesco: “Ho immaginato così tante volte questo momento, cosa sarebbe accaduto, i volti e le sensazioni – ha detto – l’ho immaginato talmente tanto che qualche volta sembrava vero. Poi è arrivato, tutto insieme”. Poi, rivolgendosi con lo sguardo alla bara del padre, ha proseguito: “Certe cose erano solo nostre, sempre e solo nostre. Da te sono partito, da te sono sempre tornato. In te ho visto la curiosità, la bellezza, il dolore immenso, la vita straripante, la forza di cento uomini, la risata e le lacrime salate come il mare. Quel mare che ci piaceva tanto, specialmente quando era agitato. E dove nelle notti d’estate, respirando lo iodio, parlavamo di noi, di cosa ci tocca dentro, di quale musica ci fa stringere lo stomaco”.
Infine un aneddoto che Francesco riporta: “Avevo 9 o 10 anni, mi facesti leggere uno scritto di Sant’Agostino – rivela Francesco – all’inizio non capii, oggi invece è tutto più chiaro: “la morte non è niente, sono solo passato dall’altra parte. È come fossi nascosto nella stanza accanto. Io sono sempre io e tu sei sempre tu. Quello che eravamo prima l’uno per l’altro, lo siamo ancora. Chiamami con il nome che mi hai sempre dato, che ti è familiare, parlami con lo stesso modo affettuoso che hai sempre usato, non cambiare tono di voce” – mi spiace ma lo sto già facendo – “non assumere un’aria solenne o triste, continua a ridere di ciò che ci faceva ridere, di quelle piccole cose che tanto ci piacevano quando eravamo insieme, il mio nome sia sempre la parola familiare di prima, pronuncialo senza la minima traccia d’ombra o di tristezza, la nostra vita conserva tutto il significato che ha sempre avuto, è la stessa di prima c’è una continuità che non si spezza, non sono lontano, sono dalla tua parte, proprio dietro l’angolo. Rassicurati, va tutto bene. Asciuga le tue lacrime e non piangere. Se mi ami, il tuo sorriso è la mia pace”. Faremo in modo che sia così, ciao papà”.