
La guerra in Ucraina si sta trasformando in un conflitto di logoramento. Poche settimane fa sembrava che si potesse giungere a una soluzione pacifica, ma gli ultimi avvenimenti lasciano presagire che i combattimenti dureranno ancora a lungo. La Nato ha annunciato, durante il suo vertice, nuovi aiuti all’Ucraina e ha chiarito che la difesa di Kiev resta un’assoluta priorità. Dal canto suo Putin non ha alcuna intenzione di fare passi indietro, mentre la Cina dà vita a manovre militari congiunte con la Bielorussia ai confini di Polonia e Ucraina. Una situazione pericolosa, specie se Pechino dovesse decidere di entrare direttamente nella partita. Nel frattempo, il Presidente Russo sta usando tutti i mezzi a sua disposizione per rendere più efficace l’avanzata delle truppe sovietiche in territorio nemico. L’ultima novità consiste nell’uso dei cosiddetti “uomini bomba“.

Si tratta di soldati che, in completa solitudine, si avvicinano alle postazioni ucraine di difesa, che spesso si trovano situate in palazzine isolate o all’interno di ville nelle periferie dei centri del Donbass. Una volta giunti a destinazione, gli incursori gettano all’interno delle postazioni, spesso sfruttando una finestra, zaini pieni di tritolo o mine anticarro. Poi, una volta conclusa la missione, cercano di scappare per evitare l’esplosione che distrugge l’edificio e uccide i suoi occupanti. Una strategia che ricalca quelle messe in atto nei combattimenti del passato, e che era usata dai soldati tedeschi – e anche dagli italiani in Africa – durante la Seconda Guerra Mondiale. Queste azioni sono molto pericolose per i soldati Russi che vengono inviati a compierle, e hanno fatto nascere uno scontro di propaganda fra Kiev e Mosca.

Da una parte gli ucraini hanno diffuso un filmato in cui si vede un soldato che butta una borsa esplosiva all’interno di un casale sul fronte del Donetsk. Quasi immediatamente si verifica uno scoppio che sembra coinvolgere anche il militare sovietico. “A Mosca sono così disperati da obbligare i fanti a compiere missioni suicide“, recita la propaganda ucraina. Che in alternativa accusa i Russi di utilizzare i kamikaze. Mosca, da parte sua, spiega che il meccanismo di scoppio ritardato dell’ordigno sarebbe stato difettoso ma che, in ogni caso, il militare coinvolto se la sarebbe cavata con una commozione cerebrale. Sia come sia, queste schermaglie mostrano una situazione ancora molto tesa, di scontro aperto. Che ormai si è trasformato, appunto, in una guerra di logoramento che si combatte sul campo. E inghiotte in sé le vite di tanti uomini mandati al fronte a combattere. Ogni guerra prevede un tributo di sangue, e più lunga è la sua durata, più aumentano le vittime – civili e militari – sul campo di battaglia.