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Cina, dura risposta all’ultimatum della Nato. Aerei su Taiwan, crolla il fronte diplomatico. E si avvicina la Guerra Mondiale

Pubblicato: 11/07/2024 12:52

Ieri pomeriggio, l’Alleanza Atlantica riunita in un vertice a Washington aveva emesso un comunicato che intimava alla Cina di “smettere qualsiasi forma di sostegno politico e materiale alla Russia“. Un comunicato molto duro, che si concludeva affermando che Pechino “costituisce un pericolo per l’Europa e per la sicurezza”. Toni che avevano stupito molti analisti, che intuivano il rischio di un effetto boomerang. Anziché ottenere un risultato, c’era il rischio concreto di irritare ancora di più Pechino. E così è stato. La risposta delle autorità cinesi, infatti, è stata altrettanto dura, sia dal punto di vista diplomatico, sia da quello militare. Il comunicato della Nato è stato definito “provocatorio e pieno di evidenti calunnie“. Il portavoce della missione cinese presso l’Ue è stato categorico: “Respingiamo fermamente e deploriamo le accuse, e abbiamo presentato una forte rimostranza all’Alleanza”, Il comunicato accusa la Nato di “usare toni da Guerra Fredda e una retorica belligerante“, e conclude affermando “invece di usare gli altri come capro espiatorio, la Nato dovrebbe riflettere su se stessa e prendere azioni vere per disinnescare la situazione e risolvere i problemi”.

Ma i cinesi non si sono limitati alle parole. E hanno deciso di intensificare le operazioni a Taiwan, inviando 66 aerei militari a sorvolare l’isola. Non solo: anche 7 navi da guerra del dragone sono state rilevate nella zona in sole 24 ore. Un dispiegamento di forze che non ha precedenti e che appare, in tutto e per tutto, come un segnale inviato alla Nato. Era inevitabile che Pechino non potesse ignorare le affermazioni uscite dal vertice dell’Alleanza Atlantica, che accusavano la Cina di “essere diventata una facilitatrice decisiva della guerra della Russia contro l’Ucraina attraverso la cosiddetta partnership senza limiti e il sostegno su vasta scala alla base industriale militare”. Da parte sua, l’Istituto sulla Difesa e Sicurezza nazionale di Taiwan ha subito lanciato un allarme, affermando che “Pechino esercita pressioni su Taiwan per esprimere il suo disappunto per il sostegno di cui gode” il governo dell’isola.

La strategia della Nato, di fronte a questi sviluppi, è davvero difficile da comprendere. Che la Cina appoggiasse la Russia, pur mantenendo una posizione defilata, si sapeva. Ed è nota a tutti la delicatezza della questione legata a Taiwan, non solo dal punto di vista militare, ma soprattutto da quello economico. L’interruzione delle forniture tecnologiche di Taiwan all’Occidente rappresenterebbe una catastrofe per tutti i Paesi dell’Alleanza. Non si capisce quindi il perché di questo attacco diretto contro Pechino, che ha avuto come ovvia conseguenza di spingere la Cina a un maggiore impegno bellico e a schierarsi in modo aperto a fianco di Putin. I cinesi sono portati a negoziare e a salvaguardare i prori interessi commerciali, ma se provocati possono diventare pericolosi. E se decidessero di invadere Taiwan, lo scontro in atto si trasformerebbe inevitabilmente in una Guerra Mondiale. Perché dunque attaccare così frontalmente Pechino? Una domanda che per ora resta senza risposta.

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