
Ancora niente libertà per Giovanni Toti! Il presidente della Regione Liguria resta confinato ai domiciliari nella sua villa di Ameglia. Questa mattina, il tanto atteso verdetto del tribunale del Riesame ha lasciato delusi sia i suoi sostenitori politici che gli avversari e il mondo imprenditoriale. Un verdetto che, in attesa delle motivazioni ufficiali, continua a paralizzare la politica ligure ormai da più di due mesi.
Toti, arrestato il 7 maggio con accuse di corruzione e voto di scambio, ha visto la sua situazione aggravarsi con il passare delle settimane. Difeso dall’avvocato Stefano Savi, Toti ha scelto di non rispondere inizialmente alle domande della giudice per le indagini preliminari Paola Faggioni, che ha confermato i domiciliari come richiesto dalla Procura guidata da Nicola Piacente.
Nonostante Toti abbia chiesto di essere interrogato dai pm Federico Manotti e Luca Monteverde, insieme all’aggiunto Vittorio Ranieri Miniati, e abbia risposto a oltre 150 domande nella caserma della Gdf, le sue dichiarazioni non sono bastate a convincere la giudice a revocare i domiciliari. Il 14 giugno è arrivato il secco no alla richiesta di revoca o attenuazione della misura cautelare: “C’è ancora il pericolo di reiterazione di reato e di inquinamento probatorio”.
La situazione si complica ulteriormente con l’appello al tribunale del Riesame, che ha discusso la questione lunedì scorso. Durante l’udienza, l’avvocato Savi ha parlato per un’ora e mezza, cercando di smontare le esigenze cautelari, ma senza la presenza di Toti. Due le mosse strategiche: l’ammissione di non chiedere più finanziamenti nelle modalità contestate e la dichiarazione di non candidarsi alle prossime regionali del 2025.
Nonostante le autorizzazioni straordinarie della Procura e del gip per permettere a Toti di incontrare politici, queste mosse non hanno convinto i giudici a cambiare la loro decisione. Giovanni Toti rimane ai domiciliari, mentre la Regione Liguria continua a navigare in acque tempestose.